Cinema

Captain Marvel – La recensione in anteprima

Captain Marvel

Più in alto. Più lontano. Più veloce. è lo slogan di Captain Marvel ed è esattamente dove punta ad arrivare il film. Captain Marvel è il personaggio che – senza dubbio – plasmerà il percorso futuro del Marvel Cinematic Universe.

Carol Danvers rappresenta un turning point, non solo in modo concreto – perché per la prima volta un film Marvel mette al centro di tutto una supereroina (The Wasp condivideva la scena con il suo Ant-Man) – ma anche in modo simbolico. Con lei si apre un nuovo capitolo, con lei si gioca su un nuovo livello.

Pensare a Captain Marvel come ad un film indirizzato esclusivamente ad un target femminile è sbagliato. Captain Marvel è una storia di origini per tutti. Carol è ribelle, coraggiosa, sicura di sé. Ma è anche in preda alle emozioni, confusa sul suo passato, insicura su quale sia il suo futuro. Un mix di qualità che la rende una supereroina umana, con una storia alle spalle molto importante.

A differenza delle altre origin story Marvel, qui ci troviamo di fronte ad una mitologia e ad un quadro un po’ più grande. Diciamo che si parte subito in quinta e con enorme sorpresa, tutto quello che pensavamo di sapere sul film viene ribaltato con un twist. Un punto a favore che sicuramente cambia le carte in tavola.

Tematicamente il film è molto ricco. È girl power, ma questo non è l’elemento fondamentale della storia. In Captain Marvel c’è molto di più, vuole raccontare un qualcosa di più. Uno scontro tra due razze aliene, la guerra che – citando Fury – è una lingua universale. L’inutilità e l’ingiustizia di tutto questo.

Captain Marvel

Brie Larson è estremamente carismatica, la dinamica con Samuel L. Jackson (che torna con uno strepitoso – e più giovane – Fury) ci porta a delle sfumature da Buddy Comedy. Il film è divertente, in pieno stile Marvel. Non mancano le risate, non mancano battute e i momenti spezza-tensione. I rimandi agli anni ’90 sono fantastici: da Blockbuster… alla lenta tecnologia di una volta, sicuramente il film sa fare il suo lavoro nel rappresentare il meglio e il peggio di quel decennio. E la musica… beh, ascolterete.

Bravo Jude Law, che ha un ruolo forte e il resto del cast, tra cui citiamo il sempre apprezzato Clark Gregg che ritorna ad essere Coulson.

Carol fa un percorso durante il film, un percorso catartico che la porta a realizzare qualcosa di importante. La più bella lezione del film, a cui tanto piace giocare nello spazio e parlare di alieni, è di tipo umano.

Anche lo spettatore fa questo percorso, la storia parla di forza, di coraggio, di grinta. E ti fa venire voglia di essere migliore.

Il breakout character  resta comunque Goose, una meravigliosa gatta arancione. Farà sicuramente la sua bella impressione sui fan Marvel.

La cosa più interessante della storia è come si incastra perfettamente, come un pezzo di puzzle mancante, in tutto quello che è l’Universo Cinematografico Marvel. Come se tutto fosse pianificato, da sempre, prima degli Avengers. Aspettatevi rimandi e collegamenti meravigliosi con il primo film sui vendicatori e anche delle importanti risposte.

Carol è potente. Forse la più potente degli eroi che conosciamo, tanto potente da farci pensare che potrebbe fermare anche il più temibile dei villain. La più grande sorpresa? Aspettate i titoli di cosa, c’è una scena di cui parleranno tutti da domani.

Carol Danvers cambierà il mondo. E cambierà il Marvel Cinematic Universe.

 

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