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Recensione Di Daniele – Grey’s Anatomy 13×22 Leave It Inside

Se 2 anni fa mi avessero detto che un giorno Meredith Grey avrebbe messo via il post-it e il tumore sul muro avrei detto: “nun gi sta la pulizia? Quella acchiappa i drugati”.

Adesso la polizia che acchiappa i drogati, come Kissy di Teramo ci insegna, vorrei chiamarla per quelli che dicono che questa è stata una scelta drastica, incomprensibile, terribile, irrispettosa, affrettata.

Come se non fossimo su questa storyline da 2 ANNI.
Da 2 INTERE STAGIONI ormai.

Non esiste un’altra serie tv al mondo che abbia onorato così tanto la memoria di un protagonista scomparso come GA ha fatto con Derek.

In 2 anni abbiamo visto più lui che una Jo Wilson che all’anagrafe risulta ancora viva.

2 anni che puntualmente, ogni settimana, ci ritroviamo a scrivere: “OMG Meredith è pronta ad andare avanti” e la settimana dopo a scoprire quanto ci eravamo sbagliati.

Quanto la cima di questa montagna sia sempre più lontana.

Eppure tutto questo non basta, non è sufficiente, la colpa è degli autori che non sanno gestire le cose e le buttano tutte in 2 episodi, Meredith è OOC, come se la verità non fosse che alcuni non sono pronti semplicemente perchè in questa storyline non ci hanno mai voluto credere.

Non hanno mai accettato l’idea di cambiamento, né che ci fosse vita anche dopo Derek Shepherd.

È questa la verità.

Perchè siamo stati tutti, chi più e chi meno, fan di Meredith e Derek.

E se già dallo scorso anno facevamo così intensamente il tifo per una rinascita della protagonista, allora significa che le cose hanno funzionato alla perfezione, che questi autori sono stati dannatamente bravi a raccontare questa storyline, a curarla nei minimi dettagli, a rendere anche la scena più piccola pregna di significato, a tal punto da guarire le ferite nel fandom man mano che Meredith guariva e andava avanti.


Avremmo potuto chiudere la serie 2 anni fa e quella sarebbe stata davvero una cosa terribile e irrispettosa verso un fandom fedele che l’ha seguita per 10 lunghi anni.

E invece da quella perdita, da quel lieto fine mancato, abbiamo costruito qualcosa di immenso ed emozionante rendendo giustizia a quella morte attraverso tutto questo.

La morte di Derek trova senso solo grazia alla dodicesima e tredicesima stagione.

Senza queste due stagioni, quella 11×21 sarebbe solo una violenza fine a se stessa.

E non ho mai visto un’altra serie tv trattare con così tanta profondità e realismo una tematica tanto delicata.

C’è così tanto realismo che davvero siamo su questo punto da 2 anni. Come se stessimo esorcizzando un lutto nella vita reale e non nella finzione.


Ed è per tutti questi motivi che oggi non sono affatto scioccato nel vedere Meredith togliere quel tumore e quel post it dalla sua camera.

Perchè io me lo sono goduto questo viaggio lungo 2 anni senza pregiudizi, io ho davvero fatto il tifo per lei, io non ho lasciato che questa idea di cambiamento mi permeasse solo per fare un favore agli autori, no, ho solo guardato la serie ed è venuto naturale.

Perchè non emozionarsi guardando un episodio di GA è un po’ come fingere di non provare nulla quando si passa davanti ai cancelli del liceo.

Se siete stati Hannah Backer al liceo, chiedo scusa. Questo paragone non fa per voi.

E la verità è che io sono solo grato, felice ed emozionato che questa storia continui perchè io posso vivere senza i MerDer.
Ma non senza Meredith Grey.
E non lo vorrò mai.

Parlando della scelta di Meredith in questo episodio… non solo è un processo naturale di elaborazione del lutto che si inserisce in questo percorso iniziato 2 anni fa e ancora senza fine, ma è una fase reale e del tutto ordinaria: ci cancelliamo i tatuaggi quando qualcosa finisce e vogliamo voltare pagina, abbiamo staccato il lucchetto da Ponte Milvio, togliamo in bella vista tutti gli altarini e li conserviamo in cassetti segreti, gli scatoloni delle Gilmore nascosti in ripostiglio insegnano, Serena Van Der Woodesn buttava addirittura il cellulare in uno dei cestini di Manhattan perchè lei era troppo ricca e queen per cancellare due foto.

E non solo è ordinario per noi, ma lo è anche per Meredith.
Per la psicologia di questo personaggio.

La prima cosa che ha fatto dopo la morte di lui è stata lasciare quella città perchè lei non riusciva nemmeno a respirare nel posto dove avevano vissuto.

Appena tornata ha dato subito via la Dream House perchè era impensabile per lei vivere in quel tempio, imprigionata dal ricordo.

Poi la roulotte.

Il tumore e il post it sono solo il completamento di questo graduale percorso.

Dopo la morte di sua madre, Meredith continuava a tenere le ceneri di Ellis Grey in camera con lei e aveva gli incubi perchè sapeva che non poteva andare avanti finché sua madre e di conseguenza lei, non avessero trovato pace.

E Meredith toglie quel post it e quel tumore non per far piacere ad un altro uomo, ma per se stessa.

Perchè non potrà mai trovare pace, sentirsi libera di andare avanti senza il senso di colpa, con quelle cose lì a fissarla.

Amelia SHEPHERD, che è qui a dimostrare quanto siano stupide e inutili tutte le critiche che Mer sta ricevendo per questa scelta, lo sa.
E dovremmo saperlo anche noi, perchè due anni fa eravamo tutti con lei in quella stanza quando il terapeuta le diceva: “non sei più sposata e non sei nemmeno una vedova, allora che cosa sei?”



Come 2 anni fa, Meredith non sa ancora qual è la risposta.

Ma ha deciso di scoprila.

E per farlo, aveva bisogno di fare tutto ciò che in questo episodio ha fatto.

Non è sputare su una storia lunga 10 anni questo, perchè quella storia è dentro di lei, parte di ciò che è oggi. E lo sappiamo tutti quanto è stata importante anche se quegli altarini non saranno più lì in bella vista, perchè sono 2 anni che Mer cerca di riprendersi.

È questa la prova.

E non potevano raccontare questa storyline in modo migliore perchè non solo è stata tremendamente catartica, ma ha lanciato i giusti messaggi: quella di speranza e di coraggio.
Quando Cristina diceva a Meredith: “ho bisogno di te viva, tu mi rendi coraggiosa” non stava parlando di ciò che è Meredith in relazione a bombe, sparatorie, disastri aerei, ma si riferiva a quella Meredith che abbiamo rivisto nelle scene finali della 13×20 e della 13×22.

Perchè ci vuole coraggio a scegliere di rischiare così tanto, a rimettersi in gioco, dopo aver perso tutto.

Ed è il motivo per cui tutti abbiamo bisogno di Meredith Grey nella nostra vita.
Il motivo per cui è la nostra persona anche dopo tutti questi anni.
A proposito.. non vi ho parlato della 13×20 ma che vi devo dire?

A volte vado a riguardarmela solo per vedere se è reale o è stato tutto un sogno.

E non è per tutte le situazioni di ultrashipping tra Meredith & Nathan che ci hanno regalato, ma è per la metafora di quel viaggio aereo che dimostra che c’è una fine a tutte le tempeste e solo allora, nel momento della quiete si scopre chi è stato tanto forte da sopravvivere (un chiaro riferimento alla backstory di entrambi) e per quell’ultima scena da me già eletta come la migliore di questa stagione, per scrittura e intensità.

Meredith che inventa scuse per nascondere il fatto che ha paura, lui che smaschera il suo bluff e la costringe ad affrontarla dopo che è stata lei a chiedergli di farlo.

E quando la tua OTP si legge dentro a un tale livello di profondità, si viene a creare quell’intimità tale per cui nessuna scena di Elizona ignude a letto può competere.
E poi c’è quel: “avresti potuto esserci tu seduto in quel posto senza la cintura allacciata” che è la vera chiave di tutto, che dimostra quanto, contro ogni logica e forza di volontà (perchè Meredith ce ne ha messa davvero tanta nel resistere a tutto questo), il suo cuore si sta di nuovo aprendo a qualcuno.

E da quel: “non ti darò la mano” di una Mer dark and twisty e tremendamente indispettita da ciò che prova per lui, siamo passati, dopo conquiste e conferme continue, a quel: “prendi la tua nuova vita per mano, va li fuori e vivila.”

Perchè adesso ha scelto di crederci anche lei al fatto che è viva, è sopravvissuta, che sta bene e ha un’intera vita davanti da vivere.

Come si fa non riconoscere che questa è stata la cappella sistina delle storyline di questa stagione?

Chiamte n’bò il 118.

Conclusione:

Un altro episodio in pieno stile GA che ho amato.

Se tutta la stagione fosse stata come questi ultimi 5 episodi, avremmo avuto tra le mani un piccolo capolavoro.
Bravi gli autori che sono riusciti a resuscitare e anche benissimo una coppia come le Elizona che non vedevamo dalla preistoria e per cui stavamo perdendo ogni interesse. Hanno portato quella nota sexy e rovente che in GA mancava da tempo. Almeno sappiamo che questa stagione non l’ha scritta l’autrice di Settimo Cielo.

La complicità di Amelia e Meredith a fine episodio, mi ha dato lo stesso livello di feels nel vedere Mer che prende la mano di Nathan Riggs.

Maggie trova riscatto in questo episodio comportandosi da donna con dignità e non da Gemma Galgani. Le darei il premio “sorella dell’anno” se solo non esistesse Amelia Shepherd.

Sto amando davvero tanto questa coralità ben distribuita che stiamo ritrovando in questi ultimi episodi. Il giusto mix, le giuste atmosfere ed equilibrio tra leggerezza ed intensità, tra lacrime e sorrisi, tra nostalgia e divertimento, tra romanticismo e sesso.

E poi diciamoci la verità: rivedere i nostri di nuovo protagonisti, le loro storie andare avanti e di nuovo perfettamente collegate ai casi clinici settimanali è il motivo per cui questi episodi sono ritornati ad essere così perfetti e in pieno stile Greys.

Nel bel mezzo della stagione GA ha smarrito la via, ha avuto una crisi di identità, ma è bello sapere che è finalmente tornato a casa.
Voto: 7+

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