News

Recensione Di Daniele – Station 19 1×01- 02 Stuck \ Invisible To Me

Beh, se siete qui, do per scontato che siate anche fan di Grey’s Anatomy.

Perciò, ben ritrovati.

Inizieremo questa avventura insieme, ben consapevoli di appartenere tutti alla stessa famiglia.

Con qualche posto in più alle cene del Giovedì sera.

Perchè è proprio di questo che si tratta: di un’aggiunta.

E, dopo questo series premiere, oserei dire, una meravigliosa aggiunta.

Chi mi legge da un po’, sa che nelle mie recensioni, amo dare credito a chi realmente si occupa di un episodio. A chi, in poche parole, lo scrive.

Rientro in quel piccolo gruppo di persone a cui sta a cuore la prevenzione acustica di Shonda Rhimes: le sue orecchie presto non funzioneranno più se continuano a fischiare perchè milioni di fan al mondo la incolpano per tutto ciò che accade in ogni singolo episodio di Grey’s Anatomy, Scandal o HTGAWM.

Perciò parliamo di Stacy McKee, colei che ha scritto questa premiere e che è a capo dell’intero progetto creativo della serie.

Chi mi segue, and I feel so Barbara D’Urso right now, sa cosa penso di lei come autrice.

In breve: le lascerei scrivere la mia stessa vita.

Il suo addio in Grey’s Anatomy per occuparsi di Station 19 è qualcosa che ancora rimpiango…

 

 

… ma che oggi trova finalmente un senso.

Perchè ho visto questo series premiere e posso dire che il gioco vale la candela.

Riesco a vedere lo scopo alla fine di tutto.

 

 

E parliamo di questa premiere.

Una boccata d’aria pulita.

Fresca, originale, divertente, luminosa, ironica, sexy. Adrenalina pura.

La prova che Stacy McKee funziona anche a tinte light.

E cosa più importante di tutte, ho ritrovato in Station 19 ciò che questa stagione di Grey’s Anatomy non mi sta dando: emozioni.

Io non piango mai, a meno che non si parli di un episodio di Grey’s Anatomy.

Ma quest’anno, zero. A parte per l’iconico 300° episodio.

In questa premiere?

Gli occhi mi hanno fatto scherzi per ben 3 volte.

Per me questo significa tanto. Tutto.

È indicativo di ciò che sarà il percorso.

E amo la scrittura umana, incisiva, a volte persino morbosa, di Stacy McKee perchè è proprio una garanzia: non delude mai.

In un mare di cambiamenti, è certezza.

Così è facile dimenticarsi che conosciamo Andy e suo padre o Travis da soli pochi minuti e non da anni, eppure c’è subito quell’empatia immediata che contro ogni logica, rompe ogni muro tra spettatore e personaggio.

Persino il “caso clinico” (e so che non devo chiamarlo così perchè non siamo in un medical drama, ma devo ancora imparare il gergo da nerd dei pompieri) ci fa piangere e questo è 100% Stacy McKee.

Lei che con maestria sa intrecciare perfettamente le vicende dei nostri protagonisti a perfetti sconosciuti che sono lì solo per farsi soccorrere, aiutare, guarire.

È questo è un punto di forza incredibile in Grey’s Anatomy che ritroviamo anche in Station 19.

Insieme a un sacco di cliché del Greys-verse che amiamo: il voice over della protagonista che ci accoglie a inizio episodio e ci saluta alla sua fine, lo stanzino di guardia, i gradi di “specializzazione”, i “casi clinici” settimanali forti e bizzarri, le vicende private che si mischiano a quelle lavorative, le sveltine sexy, quell’imbarazzo tipico in seguito a situazioni tragi-hot-comiche.

Ed è proprio questo clima di famigliarità che ci ha aiutato a farci sentire da subito a casa.

È la nostra Seattle, il nostro ospedale e, ehi, proprio lì, a tre isolati, c’è anche questa caserma di pompieri.

Pompieri di cui è troppo presto parlare, perchè sono sicuro cambieremo idea su di loro di episodio in episodio almeno per tutta questa prima stagione.

La conoscenza è andata benissimo, nessun attrito, nulla da ridire su di loro, per ora.

Naturalmente solo col tempo capiremo con chi è facile convivere, chi proprio non sopporteremo, o peggio ancora, chi ci farà innamorare.

Perciò questo series premiere è senza ombra di dubbio promesso.

Ci ha dato ciò che cercavamo. Ci ha fatto ridere, piangere, ci ha emozionato.

Ci ha mostrato vicini di casa che non sapevamo di avere ma di cui presto non potremmo fare a meno.

Well done, Stacy.

Siamo a bordo.

Questa serie ha tutte le carte in regola per gareggiare con Grey’s e sopratutto, diventare la nostra prossima ossessione televisiva.

 

 

  • Pensieri sparsi.

Amo i triangoli amorosi e non vedo l’ora di vedere come si evolverà questo.

Jack & Andy sembrerebbero avvantaggiati perchè lavorano a stretto contatto, quindi, come abbiamo visto, è facile cedere a del sesso da fine turno. Inoltre sono in competizione lavorativa, quindi l’angst è tutto in discesa. Shipparli è facile come respirare.

Ma mai sottovalutare il potere di un legame decennale.
Dove ci sono questioni teen irrisolte lì ci sono io. Motivo per cui ho amato le interazioni Ryan – Andy.

Lui la conosce meglio di chiunque altro in quella caserma, persino di suo padre. Sono cresciuti insieme, probabilmente sbattendosi problemi, sogni, fallimenti e speranza a vicenda.

Ryan sa come calmarla in una situazione di crisi, sa darle la giusta spinta che le serve per inseguire ciò in cui crede. Sa motivarla e sopratutto sa come valorizzarla. Come farla sentire forte. Invincibile.

Ho amato il suo discorso a Jack, quando gli dice di non sottovalutarla mai.

Jack mi ha molto traumatizzato quando voleva farle la proposta dopo solo 6 mesi di conoscenza. Pronto? Siamo per caso nel 1940?

Mi sembra uno molto vecchio stampo e probabilmente è solo competitivo e deve abituarsi all’idea, ma ha preso il possibile ruolo di Andy come Capitano, sottogamba.

Quasi che la cosa lo divertisse e lui avesse già la sicurezza in tasca di vincere, perchè ehi, è di Andy che stiamo parlando, è un bravo pompiere, ma Capitano?

Tutto questo per dire che magari a 16 anni è It’s Always Gonna Be Jack sin da subito, perchè insomma, l’aria da tronista ignorante ha sempre il suo fascino, così come quei modi taciturni che infondono mistero.

Ma più avanti nell’età, maturi anche come shipper.

E sai che adesso le relazioni che non soffocano ma permettono di crescere, dove c’è rispetto reciproco, il sostegno e il sapersi valorizzare a vicenda, la giusta dose di indipendenza e dipendenza, lo scambio e l’arricchimento in un rapporto, sono più sexy di qualsiasi altra cosa.

Quindi è ancora presto per scegliere un lato del triangolo. Più avanti avremo un’idea più chiara dei personaggi e in seguito di ciò che è meglio per loro.

  • Travis è il mio preferito. Lui è il Meredith Grey season 12 di Stacy. Un accenno alla sua backstory e già mi ha conquistato. Mi aspetto grandi cose da lui. Un viaggio ricco ed emozionante e un percorso di rinascita che mi intriga non poco.

Inoltre amo il suo essere protettivo con la piccola Vic, e il suo rapporto fraterno con Dean che è praticamente il cazzone (no doppi sensi) dal cuore d’oro che tutti vorremmo come bff.

  • Siamo tutti consapevoli che Charlie, il cane, rimarrà a vivere con Dean. Le scene domestiche saranno il nostro guilty pleasure.
  •  Non so voi, ma io mi aspettavo che l’allarme antincendio di London Tipton suonasse cantando la sua hit storica: “London Tipton è una star, è una star e i suoi fan l’amano sempre di più”.

Iconic. Teniamola ancora con noi.

  • Maya ed Andy sembrerebbero essere le nuove Mertina. Ovviamente, amo questo rapporto esclusivo, questo circolo chiuso.
  •  Che protagonista di Shondaland sarebbe senza un conflitto irrisolto con un genitore stronzo? Comunque, per gli standard a cui siamo abituati, il Capitano è il meno peggio di tutti quelli visti finora. Andy lotterà a lungo per uscire dall’ombra del padre. Per affermarsi con le proprie forze e persino fare meglio.

L’accompagneremo in questo viaggio? Assolutamente sì.

Il potenziale c’è, riesco a vedere un futuro lungo e luminoso per questa serie.

Stacy McKee è nata a Shondaland e cresciuta a Shondaland. Si è formata lì.

Sa darci quello che cerchiamo. Sa come sfamarci. Conosce il suo pubblico.

Non dimentichiamoci mai che è stata la donna che ha riportato Grey’s Anatomy ai suoi esordi, con ascolti record, dopo l’addio di Cristina e la morte di Derek.

Ha tutta la mia fiducia. E il mio affetto.

In questa premiere abbiamo intravisto le meraviglie. Ora dobbiamo solo dare il tempo a questa serie di ingranare per vederle davvero.

Ma, ogni serie non è immune all’avere dei difetti.

Quello di Station 19?

Ben Warren.

 

Voto: 8 +

  • Condividi l'articolo

Comments

comments