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Recensione Di Daniele – Station 19 1×03 Contain The Flame

Station 19 mi piace sempre più è il motivo è semplice quanto banale: è il prodotto più teen che Shondaland abbia mai lanciato dai tempi di Grey’s Anatomy.

Siamo abituati a personaggi Shondiani super affermati nella vita e nel lavoro, che a pranzo mangiano un’insalata e una bottiglia di ego smisurato, e quando sbagliano, sono così ciechi di fronte ai loro errori, che cadono in un comportamento discutibile e ai limiti del grottesco.

Olivia Pope, non sto parlando di te.

A Shondaland i personaggi, sono tutti dei Pippo Baudi incalliti: “Io”, “Sono io”, “L’ho scoperto io”, “L’ho fatto io.”

Il bello di Station 19?

È che i protagonisti vogliono essere super uomini e super donne, ma sono principalmente degli adolescenti alle prime armi.

Per questo risultano comici, per questo suscitano empatia e affetto nello spettatore. Ci conquistano perchè siamo proprio noi, o come eravamo o siamo, ci suscitano tutto fuorché antipatia.

Sono liceali in piena crisi adolescenziale: divisi tra il mondo dei sogni e quello delle responsabilità, in piena ribellione, alla ricerca di sé.

Come tipico di questa età, pensano in grande, si comportano da adulti, ma il più delle volte falliscono, e quando capiscono che non possono sempre incolpare la vita o un adulto, scapocciano.

E per questo risultano simpatici a differenza dei loro colleghi degli altri drama di Shondaland.

È come guardare la prima stagione di Grey’s Anatomy dal punto di vista dei pompieri.

Ho ritrovato questo tratto teen in Station 19 e lo amo per questo.

Finalmente torniamo a guardare il mondo dal basso. E dopo essere stati per anni ai piani alti, questo cambiamento di visione, è aria pura.

  • Il triangolo

Andy mi piace sempre più, principalmente per tutti i motivi sopra elencati.

È una ragazza che gioca a fare la super donna, ma ripeto, suscita simpatia per questo, non il contrario.

Perchè tutti, e in fondo anche lei, siamo consapevoli che è acerba.

Dopo la morte di sua madre si è presa cura di suo padre, e questo l’ha resa senza dubbio più matura dei ragazzi della sua età, ma non è sufficiente.

E questo scontro tra senso di invincibilità e realtà effettiva, è affascinante.

Insomma, Andy è quella convinta di essersi meritata la promozione di tenente, la vuole, la pretende, per ottenerla fa un discorso degno di Annalise Keating in tribunale, però l’episodio dopo, bastano due parole da un giudice della commissione esterna di Amici e lei va in crisi, va dal padre a chiedere se l’ha ammessa al serale solo perchè ha il complesso di Garrison o se se lo merita davvero e la Celentano è una strega.

Perciò mi piace. Mi fa sorridere, non riesco ad odiarla come invece farei con un’altra protagonista di un drama Shondaland al suo posto.

È una ragazzina che vuole comandare il mondo, ma allo stesso tempo, non odia comportarsi da teenager viziata.

È perfettamente in linea con il realismo e il grado di maturità con cui questa serie parte.

E come nel lavoro, lo è anche nella vita.

Lei è tutta un: “Jack ti faccio a pezzi, sono un Capitano migliore di te” ma due secondi dopo lo vede seduto dietro la scrivania da Capitano ed è subito: “sbucciami, frutto fresco tuo sarò.”

“Jack è impulsivo, avventato, non è adatto per questo ruolo”

Sempre Andy: “Aprimi come hai fatto con quel tetto.”

“Jack vi fa pulire i cessi quando volete e vi regala i cornetti a colazione? Da domani Mc Donald’s per tutti. Mc Menù in omaggio per ogni incendio domato.”

Ha il suo fascino. Per questo non riesco ad odiarla. Mi diverte.

Questa cosa con Jack è davvero ben strutturata, perchè c’è tensione sentimentale che si complica e lega a quella lavorativa.

Andy sta lottando per la sua indipendenza. E non deve solo scavalcare Jack, ma devo farlo anche con suo padre.

E con chi si va ad alleare Jack? Con il Capitano.

Il Capitano Pruitt è esattamente come Cristiano Malgioglio al GFVIP.

Mi ritiro, sto soffrendo Illary, lascio il ruolo di capitano a Jack e Andy. Sono ciovani, è un programma per ciovani, è giusto che vadano avanti i ciovani.

Due secondi dopo è in pieno mood: “devono dormire sulle rotaie. Io sono il Grande Fratello.”

Andy soffre tutto questo.

È chiaro che Pruitt vede in Jack il figlio maschio che non ha mai avuto. E Jack lo considera e lo tratta come un padre.

Immaginate quanto questa cosa possa stare sul cazzo ad Andy.

Lei Jack non se lo sposerà per principio, perchè se suo padre venisse a sapere del loro fidanzamento, si venderebbe un rene per permettere ai due di sposarsi al Castello di Don Antonio.

Lui le darebbe l’approvazione e la favola.

Pruitt stravede per Jack e Jack adora Pruitt.

In tutto questo, ci sono delle Twilight vibes che amo.

Il rapporto padre figlia, i momenti imbarazzanti quando lui fa la paternale al corteggiatore della figlia, il triangolo con un papà schierato da una delle due parti.

E parliamo dell’altro lato del triangolo.

Ryan regge bene il confronto con Jack e non è da meno. Anzi.

Jack potrà avere anche il cuore delle nonnine a cui salva il gatto dall’appartamento in fiamme, ma Ryan le aiuta ad attraversare la strada e a tornare a casa da quel gatto.

È come PD vs 5 Stelle. L’ideale che si scontra con la realtà.

Vedendolo, penseresti a Ryan come un bravo ragazzo, magari ex teppistello ripulito che tiene ancora il coltellino svizzero in macchina per ricordo, ma non te lo faresti mai tronista.

Invece Ryan è proprio tronista, così tronista che Jack con l’anello di fidanzamento in tasca al posto dei preservativi, è proprio mormone.

Lui va da Andy per dirle: “senti, so che quella volta ho pianto guardando Titanic con te, ma eravamo ragazzini, mo so cambiato. So uno duro. Me so successe delle cose. La vita m’ha forgiato. So un guerriero.”

E lei che vuole essere più tronista di lui: “E chi t’ha chiesto niente?”

E lui: “Ao ma che voi? Era solo pe’ avvisatte. Cazzomene. Io dormo lo stesso la notte, a bella.”

Ed Andy che naturalmente si arrapa al massimo dopo questa tirata da tronista, gli dice: “E se adesso non riuscissi io a dormire?”

Ryan: “Cazzi tua.”

E lasciato andare qualsiasi freno inibitore da personaggio femminista col palo in culo made in Shondaland, Andy si appoggia alla porta e finisce l’episodio pensando: “quanto me lo farei.”

È quello che chiamo progresso.

Ragazzi, quanto avevamo bisogno di un teen drama del genere in un ambiente tossico e moralista come lo Shondaland degli ultimi anni.

Go Stacy, continua a farci volare.

 

 

  • Pensieri sparsi:

Ben Warren si riconferma il pain in the ass di Grey’s Anatomy. A ciccio, a pio pio, nessuno t’ha consigliato di cambiare lavoro. Risparmiaci questi momenti di sconforto e nostalgia. Se penso ancora ai motivi assurdi per cui Ben Warren è diventato pompiere, mi viene solo da drogarmi.

Quanto sono carini Dean e London Tipton? Che belli, voglio di più da loro. Decisamente ship.

Travis continua a parlare del suo marito morto e non solo voglio un episodio centrico con flashback dal passato, ma pretendo che Stacy gli dia quel percorso di rinascita che ha dato a Meredith nelle stagioni 12 e 13. Facci emozionare, big S.

Amo il rapporto tra Andy e Maya. Maya è l’amica che tutti vorremmo. Non solo è un Day Motivation vivente, ma è quel tipo di amica che pure quando sbagliamo e abbiamo torto marcio da vendere, da vera amica, darebbe la colpa pure al riscaldamento globale per farci stare meglio. È molto Izzie Stevens, mentre Victoria è più Yang. Lei sì, ci tiene alle amiche, però è abbastanza spregiudicata da essere obiettiva.

Questa cosa che Stacy McKee è partita come assisten writer nel pilot di Grey’s Anatomy e 13 anni dopo ha creato uno show tutto suo, non vi rende orgogliosi? A me sì, tanto.

Un episodio fresco, spensierato, con ottimi spunti di trama e dinamiche e intrecci tra personaggi che aumentano la nostra voglia di scoprire di più. Promosso.

Voto: 7

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