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Curon: la recensione in anteprima della nuova serie italiana di Netflix

Curon serie netflix

La cosa più affascinante di Curon, la nuova serie di Netflix, è la volontà di creare un qualcosa che nel panorama della serialità italiana abbiamo visto poco: un supernatural drama con delle regole, una mitologia, una bibbia di serie. Quindi ci allontaniamo un po’ dal solito trend delle serie made in Italy, Curon vuole raccontare una storia che ha delle radici sovrannaturali, una storia che ha una sua direzione e le sue tematiche. Non è scontato, non da noi.

La storia è quella di Anna, che dopo diciassette anni – e il ricordo di uno spiacevole evento – decide di tornare a Curon insieme ai gemelli Mauro e Daria. Curon è immersa in un’aria di mistero, tra miti e leggende, tra detto e non detto. Pensando a Curon pensiamo al vecchio campanile che emerge dalle acque del Lago di Resia. Tutti sono affascinati da quel posto e la serie ci gioca.

Curon Netflix

Le atmosfere della storia sono cupe e misteriose, ci sono sottotrame di genere teen e i temi più importanti che emergono sono quelli della famiglia, dell’eredità e del legame con il passato.

Lo show si snoda attraverso varie rivelazioni e nonostante i rapporti umani restino importanti, fa dell’elemento mistero il suo punto di forza. Ci sono dei limiti: lo show non approfondisce sempre alcuni sviluppi che potrebbero essere interessanti (magari lo farà se ci sarà una seconda stagione), complici anche i soli 7 episodi della prima stagione. Inoltre la serie sì… si allontana da altre produzioni italiane nella premessa, ma è comunque legata a vari cliché del genere.

La fotografia e la regia sono buone, si va sui colori delle serie più “fredde” di Netflix. Ci ritroviamo nelle sfumature di Dark o The Rain, mentre stilisticamente lo show sembra avere una sua direzione. La colonna sonora è un mix tra score in stile Stranger Things e alcuni pezzi (buoni) ma che in relazione ad alcune scene stonano.

Le buone intenzioni ci sono, la voglia di fare qualcosa di diverso c’è. Ma la storia alcune volte si perde e fa fatica a ritrovare la sua strada. C’è voglia di dire tanto, ma forse, come detto in precedenza, c’era bisogno di più spazio per far respirare la trama e approfondire alcuni temi. Quindi il tanto diventa troppo.

Curon è una serie che ha dei limiti, ma che ha anche il grande pregio di voler raccontare qualcosa di nuovo. La cosa più apprezzabile dello show è questa: vuole essere diverso dal resto delle produzioni italiane (di Netflix e non). Ci riesce in alcuni punti: la fotografia è davvero bella, complice la bellissima location di Curon Venosta, la trama prende una strada completamente inedita rispetto a ciò che abbiamo visto in Italia in passato, ma si aggrappa comunque a produzioni estere (Stranger Things, Locke & Key, Dark), la recitazione non è over the top (finalmente) ed esagerata, anzi è equilibrata, tra tutti i complimenti vanno ai due giovani protagonisti Margherita Morchio (in assoluto il breakout character) e Federico Russo.

Punti di forza

  • Location
  • Elemento sovrannaturale
  • Voglia di fare qualcosa di diverso rispetto alle altre produzioni italiane
  • Mitologia

Punti deboli

  • Poco approfondimento di alcune trame
  • Troppe storyline aperte
  • Uso di vari cliché

Voto: 6.8/10

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