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Hamilton: il musical che sta facendo impazzire il mondo

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Hamilton è reduce da un’incredibile vittoria ai Tony Awards, vi propongo il pezzo scritto da due appassionate di questo spettacolo che sta conquistando il mondo.

Questo è un pezzo che io (Gabriella) e Arianna Di Ienno abbiamo voluto fortemente portare alla vostra attenzione, e di questo ringraziano Luigi per lo spazio che ci ha concesso, perché si tratta di un musical, Hamilton, che sta veramente riscrivendo la storia e sta mandando in visibilio fan e moltissime persone del mondo dello spettacolo e dell’intrattenimento.

Arianna vi introduce questo capolavoro:

“History has its eyes on you”, questo il monito di George Washington ad un giovane Alexander Hamilton in uno dei momenti focali del musical, e sembra proprio che la storia di Broadway (e non solo) abbia gli occhi ben puntati proprio sul capolavoro di Lin-Manuel Miranda, già vincitore di quattro Tony Award e di un Grammy Award con il suo primo musical, In The Heights.

Tutto è cominciato quando Miranda ha scelto la biografia di Alexander Hamilton scritta da Ron Chernow come lettura per una vacanza, immaginando che avrebbe avuto un finale esplosivo (Insomma, chi non sceglierebbe una biografia di settecento pagine come lettura da spiaggia?). A due capitoli dall’inizio, la storia di Hamilton, figlio bastardo, orfano già giovanissimo, immigrato, capace di scriversi una via fuori dalla povertà solo grazie al suo ingegno e alla sua ambizione, è apparsa a Miranda come una storia perfetta da raccontare attraverso l’hip hop. Gli elementi c’erano già tutti: la rivalsa sociale, la voglia di far valere il proprio nome e diventare qualcuno con il proprio onore come unica ricchezza, la competizione, la storia (o le storie) d’amore, la sofferenza e l’intensità di una vita vissuta al massimo, come se ogni giorno fosse l’ultimo, immaginando la morte così tante volte da farla sembrare ormai un ricordo. I personaggi si muovono in tutta la loro umanità, lottando per un paese ancora acerbo, tutto da costruire.

L’America di allora è raccontata con il volto dell’America di ora attraverso un cast composto esclusivamente, con l’eccezione di Jonathan Groff nel ruolo del Re Giorgio III, da attori afroamericani, latini e asiatici, una scelta che contribuisce a regalare un senso di appartenenza a tutti i cittadini, senza esclusioni o discriminazioni.

Questa storia, che ci parla dei padri fondatori con un linguaggio che richiama il passato rimanendo sempre attuale, attraverso un tipo di musica che non ci stupiremmo di ascoltare in radio, ha fatto impazzire davvero tutti e i Grammys 2016 non hanno fatto eccezione.

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