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L’Unbreakable bellezza di Kimmy Schmidt

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Unbreakable Kimmy Schmidt è probabilmente uno dei miei Netflix Originals preferiti. E pensare che non fu concepito come show per Netflix: Tina Fey e Robert Carlock, creatori del concept e dello show, volevano creare una serie per la meravigliosa Ellie Kemper che sarebbe dovuto andare in onda su NBC. Il Peacock Network è stato sempre molto fedele a Tina Fey: da Saturday Night Live a 30 Rock. Ma questa volta le cose non andarono per il verso giusto e quindi la comedy fu venduta a Netflix e ne furono ordinate ben due stagioni.

Considero Unbreakable Kimmy Schmidt una delle comedy più geniali degli ultimi tempi. Da sempre amo la scrittura ironica e politically uncorrect della Fey. Pensiamo a Mean Girls ma soprattutto a 30 Rock.

La premessa alla base della storia è geniale: la ventinovenne Kimmy decide di vivere la sua nuova vita a New York dopo essere stata liberata da un bunker, nel quale ha vissuto per 15 anni con altre donne, poiché credeva che l’apocalisse fosse arrivata sulla terra, nozione che le era stata data dal Reverendo Richard Wayne (il meraviglioso Jon Hamm, che fa da guest star).

Con un cast eccellente che va dalla protagonista Ellie Kemper, che potrebbe semplicemente recitare con la sua out-of -this- world mimica facciale, la simpaticissima Jane Krakowski (che amo dai tempi di Ally McBeal), il talentuoso Tituss Burgess che interpreta secondo me il breakout character dello show e la leggenda Carol Kane, l’ensemble è sicuramente uno dei punti di forza di UKS. Kimmy potrà anche essere la protagonista, ma sono spesso i supporting character a farci morire dalle risate.

In un mondo in cui viene portato tutto verso l’esagerazione, come in Mean Girls e 30 Rock, Kimmy Schmidt fa del suo meglio per vivere la sua nuova vita: dallo scoprire la pop culture (numerosi i riferimenti a Friends e Frasier, due comedy storiche di NBC) ad abituarsi alle nuove tecnologie. Nello show c’è tutto ciò che vediamo nel mondo di oggi: dai video virali, ai mash-up, ai fenomeni di YouTube auto-tunizzati, come la canzone dello Sloth di Ellen e la Bell.

E poi, la serie FA DAVVERO RIDERE. E no, non è un qualcosa di scontato in un panorama televisivo pieno di comedy con laugh track e con battute ormai esaurite da tempo. Io mi ritrovo a ridere con il mal di pancia, perché la serie ha un’ironia intelligente ma è anche capace di inserire situazioni che nella vita, di per sé, ti farebbero ridere.

La Fey è sempre stata chiara nel voler far trasparire quello che pensa di tutto ciò che la circonda tramite le sue creature. Vediamo come la serie spesso, attraverso i suoi personaggi, mette in risalto anche tematiche social, razziali, politiche e di società attraverso le vite dei personaggi principali. E lo fa esasperandole, ma anche denunciandole e rendendole incredibilmente realistiche.

Unbreakable Kimmy Schmidt è una serie di rinascita, forse un messaggio lo vuole lanciare – ed è anche abbastanza profondo – e nel farlo, nella sua genialità, ci intrattiene in modo incredibile. Questa è una serie NATA per il Binge-Watcher, è impossibile vedere solo un episodio.

Almeno cinque di fila, senza (un) break (able).

 

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