Grey's Anatomy

Recensione di Daniele: Grey’s Anatomy 14×20 Judgment Day

Grey's Anatomy 14

La recensione del nuovo episodio di Grey’s Anatomy 14×20 Judgment Day.

L’unica certezza in questa stagione è che ogni volta in cui pensi che non si possa fare di peggio, toccare ancora di più il fondo, Krista Vernoff ti mostra quanto è infinita la depravazione umana.

La sua.

Non sono M A I  stato tanto incazzato con un autore di serie tv come lo sono con questa Krista Vernoff.

E intendo… mai.

Nemmeno con Shonda quando uccise Doc o Derek Shepherd.

E ho all’attivo 4 anni di recensioni come prova.

Perchè?

Perchè prima, anche nei momenti più bui o di perdita di certezze vitali come l’addio di Cristina e la morte di Derek, c’erano dei punti fermi.

Dei motivi per restare. Per andare avanti.

Di base c’era uno show che non ha mai smesso di emozionarci. Che ci ha aiutato ad elaborare questi lutti, ci ha resi più forti anche umanamente con queste storie potenti di vita e di morte, e ci ha offerto da subito dei motivi validi per restare.

Eravamo noi i primi a volerlo. Perché finire una serie con la morte di un personaggio amato era pura crudeltà.

Invece volevamo andare avanti perché eravamo sicuri che solo così quella morte avrebbe avuto un senso.

Ed è successo.

Perchè Grey’s Anatomy è rinato e ci ha offerto una delle stagioni più forti ed emozionanti di sempre, come la 12°.

Ah, e poi c’erano i personaggi.

Credo che tutti abbiamo il nostro personaggio preferito, quello che ha la chiave del nostro cuore, ma credo anche che amiamo follemente il 90% dei personaggi di questa serie.

Perciò, anche nei momenti difficili, di profonda crisi, restare era naturale. Più facile.

C’erano personaggi che amavamo ancora in vita e che non potevamo lasciare. Glielo dovevamo.

Adesso ha senso restare?

Ha senso restare se i personaggi per i quali siamo rimasti non ci sono più?

Sono morti? Sono andati via?

Di peggio: sono stati snaturati.

Una morte sarebbe stata più gradita.

Una morte avrebbe concesso loro dignità e dato a noi pace.

Perché l’eredità di quel personaggio e tutto ciò che ci ha donato per anni, sarebbero state salve.

Il ricordo sarebbe rimasto puro, intatto, non sporcato dalla penna depravata di Krista Vernoff.

Questa stagione…

…. verrà ricordata per il tentativo di vilipendio di uno show da parte di Krista Vernoff.

È quello a cui stiamo assistendo con profonda sofferenza da mesi e mesi.

Le sue “scelte creative” sono un oltraggio alla memoria di storie e personaggi che abbiamo amato; la sua sceneggiatura oscena ha mutilato e deturpato interi percorsi e personaggi nel presente.

Un’eredità distrutta. Un lascito disprezzato ed oltraggiato.

Krista Vernoff in un solo anno ha distrutto più cose di quanto questa serie abbia mai fatto in 13 stagioni.

Ha toccato un tale livello di blasfemia, portando questa serie sempre di più a compiere quello che in gergo si chiama “salto dello squalo”, che mi chiedo perchè non ci sia ancora la polizia alla sua porta.

Siamo così vicini al punto di non ritorno, in questo costante declino che ha portato la serie a perdere il suo livello qualitativo, ad uccidere la verosimiglianza della storia e dei suoi personaggi, che ogni settimana, per chi a questa serie ci è davvero legato, è come prendersi una coltellata dopo l’altra.

E se i fan sanguinano Krista, chi resterà a vedere questo show con te a Settembre?

Grey's Anatomy 14x20

  • Noi Abbiamo gli Screenshot

Qual è il big villain di questa stagione?

La retcon.

Krista Vernoff ha letteralmente richiamato dal passato personaggi vivi e morti, per riscrivere le storie a modo suo.

Storie di cui non sa nulla, e di cui, dall’alto della sua professionalità e serietà, se ne sbatte.

A lei non interessa se la continuity di questa stagione è un intero diario degli errori.

Non possono esserci errori di continuity nella storia se non esiste la continuity.

L’ha fatta fuori, l’ha eliminata a priori.

Ogni settimana è un episodio auto-conclusivo.

Naturalmente, se fai politica, sai che ogni discorso è un manifesto a sé.

Quindi ogni settimana siamo qui, di fronte a uno show che ci racconta una marea di balle e noi ne usciamo sempre vincenti perché abbiamo gli screenshot.

Noi abbiamo 13 stagioni di storia da mostrare a Krista Vernoff per farle capire che nemmeno dopo aver mangiato quei biscotti, potremmo credere alle cavolate che ci sta propinando quest’anno.

E veniamo ai casi specifici.

C’è stato un vero e proprio “peanut-gate” che ci ha accompagnato per tutta la settimana.

Ossia, i famosi biscotti della droga, sono fatti con burro d’arachidi.

Perciò la gente ha iniziato a screnshottare a Krista la scena della 12.11, il primo Japril The Movie, nella quale Jackson offre ad April delle noccioline e lei dice di essere allergica.

Quindi April, mangiando quei biscotti, avrebbe dovuto avere una serie di complicanze fisiche che avrebbero potuto persino portarla all’arresto cardiaco.

Naturalmente non è successo, perchè a Krista mancano proprio le basi, quindi cosa vuoi che ne sappia delle intolleranze di un personaggio se non conosce manco la backstory di un personaggio?

E qui si è scatenato un vero e proprio dibattito.

Ovviamente quello che in molti non capiscono è che, chi se ne frega delle noccioline, quello è un dettaglio stupido.

Le incongruenze vere e serie non sono queste.

Ma in una stagione che ha tradito totalmente il senso e il valore di determinati percorsi e personaggi, questo è solo l’esempio minimo ma più palese, di quanto si ripete da mesi: ossia che si scrive per tutto fuorché per i personaggi.

E sì, se la gente si impunta così tanto su questi dettagli stupidi che normalmente farebbero sorridere, è solo perché è incattivita e deprivata da un’intera stagione fatta di retcon, personaggi snaturati, superficialità e banalità, e non da una svista umana come quella dell’intolleranza di un personaggio.

Le incongruenza ci sono sempre state, più serie e meno serie di questa, ma in passato passarci sopra era più facile se una stagione era riuscita a farsi amare dai telespettatori.

Quest’anno anche una nocciolina fa scalpore. Ed è giusto così.

Perché se siamo così pignoli, è solo perché siamo così arrabbiati con questi autori, perché a questo show siamo così legati, da sentirci traditi. Siamo delusi, passivo aggressivi, irrazionali, perché il nostro rapporto con Grey’s è in profonda crisi.

Quindi il peanut-gate è solo sintomatico del conflitto/delusione che stiamo vivendo con questa cavolo di stagione.

Anche perchè non è questo l’errore, la gravità, lo scempio, la vergogna avvenuta in questo episodio.

Ma ben altro.

  • Ellis Grey, Perdonaci

« Ero l’unica donna del mio corso di specializzazione in chirurgia. Mi chiamavano: “la ragazza” e “signora Grey”. Insieme all’unico specializzando di colore. Ero chiaramente esclusa. Non mi volevano nel loro club di maschi. Così ho fatto l’unica cosa audace che si possa fare con una tecnica audace: l’ho fatta pubblicare sul Journal of American Medicine. Si è scatenato l’inferno. Una specializzanda non poteva essere il primo nome di una pubblicazione. Ma la cosa davvero audace era il nome che avevo dato alla mia tecnica. Il metodo Grey. Le avevo dato il mio nome. Dovevate sentire come protestavano i maschietti. La prima volta che ho vinto l’Harper Avery, l’ho dedicato agli uomini che mi avevano sempre tanto appoggiata. No, scherzo, scherzo! La prima volta che ho vinto l’Harper Avery ho pensato: “Al diavolo quei maschi!” Stavo lì, con il trofeo in mano, e pensavo a quello che avevo sacrificato, che avevo superato. E ho dedicato quel premio a tutte le donne chirurgo che sarebbero venute dopo di me. »

  • Ellis Grey, 11.04.

Basterebbe solo questa scena, solo questo discorso, a smontare pezzo per pezzo questo episodio di merda.

A farlo vergognare, a costringersi a ritirarsi in un angolo chiedendoci scusa.

Perché qui non siamo stupidi. Non siamo rimasti un decennio a guardare questo show per intrattenimento.

Noi ci siamo proprio appassionati.

L’abbiamo amato, l’abbiamo fatto nostro, abbiamo messo su una religione.

È diventato un cult per questo.

Per il modo folle e irrazionale con cui abbiamo amato le storie e i personaggi.

Perciò non c’è pubblico più severo e attento del fandom di Grey’s Anatomy.

Magari non ricordiamo l’ultimo pasto consumato o l’ultimo capitolo studiato, ma chiedici qualcosa di Grey’s Anatomy e siamo subito sacerdoti con tanto di versetto alla mano, nel tirarti fuori la scena, la stagione, e l’episodio nel quale ciò che chiedi è avvenuto.

Ecco perché non possiamo stare fermi di fronte a un episodio come questo. Ecco perché non possiamo berci questo mare di merda.

L’intera stagione made in Krista è costruita su bugie e bugie, inesattezze, falsità, no sense.

Da dove partiamo?

Cominciamo dall’ipocrisia di Krista Vernoff e dalla sua idea malata di femminismo.

Krista Vernoff è una che sui social scrive: “la condizione principale su cui si basa il maschilismo è mettere le donne una contro l’altra. Renderle nemiche. Per cui se una ha successo è solo a discapito di un’altra. #GirlPower.”

E poi cosa fa in questo episodio?

Esattamente quello che denuncia sui social.

Due donne contro. Dove, per poter innalzare una, bisogna sminuire l’altra.

E no, non sto parlando di Ellis e Marie Cerone, perchè ragazzi, dai, Marie Cerone non esiste, non è mai esistita. Marie Cerone è un prodotto allucinogeno dei biscotti che magna Krista Vernoff. È come le scie chimiche, come gli ufo, come l’uomo falena: leggende metropolitane.

Io sto parlando di Ellis e Meredith.

Qui non si scherza. Qui stiamo sputando sull’intero senso di una serie. Mica bruscolini. Anzi, noccioline.

Abbiamo già affrontato questo discorso e quest’anno è un continuo ripetersi. Ma siamo sotto attacco e dobbiamo difenderci con l’unico mezzo che abbiamo: la verità.

L’intero show si basa da sempre sul rapporto tra Ellis e Meredith.

Ellis Grey è la bussola di questo universo chiamato Grey’s Anatomy.

È sempre lei che ci ha detto dove e come andare.

È lei ad aver guidato Meredith dal pilot.

Ellis è dietro la scelta di Meredith di diventare un chirurgo, Ellis è la sola responsabile della Meredith cupa e torbida che amiamo, Ellis era lì quando Mer ha deciso di andare in terapia per guarire e accettare l’amore di un uomo, Ellis era lì quando Mer ha scelto di diventare madre, Ellis era lì quando Mer ha perso Derek, Ellis era lì quando Meredith è tornata e ha vinto un Harper Avery.

Il rapporto tra Ellis e Meredith è la pietra miliare su cui si basa questo show.

E oggi vogliono distruggerlo. Oggi vogliono farci credere che questa pietra è così fragile da sgretolarsi.

A me sembra che 13 anni di storia esistono grazie a queste fondamenta solide.

Allora perchè tutto questo?

Perchè il vero obiettivo di Krista Vernoff, cosa di cui non ha mai fatto mistero ma anzi, si è sempre vantata, è rendere Meredith non solo un chirurgo migliore di sua madre, ma anche una PERSONA migliore di lei.

Notizia shock, Krista: posa la droga. Stai sbagliando tutto.

Non sei tu, alla 14° stagione di questo show, a doverci dire qual è il viaggio di Meredith Grey.

Nessuno meglio dei fan che sono rimasti, senza mai andarsene, possono sapere qual è il senso del percorso di Meredith.

Perciò possiamo dirti che Ellis Grey è sempre stata la presenza ingombrante nella vita di Meredith. Una figura leggendaria che ha sempre temuto. Il suo incubo più grande. Ma Ellis è sempre stata l’unico specchio di Meredith. L’unico rapporto cruciale ed essenziale che lei abbia mai avuto. Così, crescendo, ha capito che non sarebbe mai stata felice, se non si liberava di quella presenza. E così, Mer ha seppellito Ellis e liberandola, ha trovato la pace. Ma Meredith ha capito che non era la pace ciò di cui aveva bisogno. Non era quello lo step decisivo nel suo viaggio. Ma era il perdono. E Mer l’ha fatto. Meredith ha perdonato sua madre. E da quel momento, non l’ha più lasciata. Meredith ha mantenuto vivo, anche morbosamente, il ricordo di Ellis. L’ha ricercato e difeso con le unghia e con i denti. Leggendo i suoi diari, guardando le sue videocassette. Ellis non era più motivo di vergogna e sofferenza per Meredith, ma di profondo orgoglio. E così Ellis è diventata quello che per Meredith è sempre stata: una figura positiva e cui ispirarsi. L’unica. Da adulta, ha scoperto di esserle più simile di quello che pensava. E l’ha amata per questo. Si è creata una sua bolla personale, il suo porto sicuro nel quale rifugiarsi ogni volta che era in crisi. Un posto fatto di diari e videocassette, nel quale neanche Derek Shepherd poteva entrare. Era suo.

E Meredith ha amato, riconosciuto e difeso quello che tutti noi abbiamo visto: una donna complicata e altezzosa, irriverente, passionale, dalla personalità volubile tipica della grandezza e del mito, una donna fragile, una madre orribile, un chirurgo eccezionale.

È questo il senso del viaggio di Meredith (& Ellis) e l’unica chiave di lettura su cui si basa il loro confronto.

Essere un chirurgo eccezionale? Sì, anche più di sua madre.

Essere una madre comprensiva, amorevole, buona, l’esatto opposto di ciò che Ellis è stata come genitore? Sì.

È questo. È sempre stato questo.

Invece Krista Vernoff viene qui col suo progetto di beatificazione di Meredith e con un’ignoranza della storia e un’ipocrisia spaventosa, mette in atto quello che pubblicamente denuncia: sminuire Ellis Grey, per innalzare Meredith.

Perché, secondo la mente malata di KV, Meredith non potrà mai splendere se sua madre brilla come lei.

È questo il femminismo di Krista Vernoff: distruggere, infangare, deturpare la memoria della prima femminista di questa storia, per innalzarne un’altra.

Ellis Grey è stata la pioniera del femminismo Shondiano. La prima icona.

Ha sfidato con forza e audacia le convinzioni sociali del suo tempo, ha minato e sconfitto il tossico ambiente maschilista del suo campo, ha fatto del suo cervello e della sua scienza l’unica arma per vincere e affermarsi in un branco di uomini che la volevano come Elisa Isoardi.

Ha lottato per se stessa e per tutte le donne, dedicando quel premio, quella fatica, quel sudore a tutte le donne che sarebbero venute DOPO di lei.

Ellis Grey disprezzava gli uomini come Harper Avery perchè erano il nemico. Erano come i suoi colleghi specializzandi, come il suo strutturato.

E lei li ha sempre sfidati, ha sempre lottato contro di loro, ha fatto in modo che la sua voce avesse un peso.

Nemica del maschilismo, non sua complice.

Lei gli ha proprio dichiarato guerra.

È questa Ellis Grey. Questa l’eredità che ci ha lasciato. Questa la donna di cui Mer andava fiera. Questa la donna di cui Richard si è innamorato e che continua a difendere ancora oggi.

Ma in questa stagione dobbiamo beatificare Meredith, renderla una santa, altrimenti come potrà avere il suo quadro accanto ad Olivia Pope da essere venerato dalle ragazzine, nel finale di serie?

Meredith ha sconfitto tutto i mali dell’America odierna in una sola stagione.

L’unica social issue che le mancava erano le molestie sessuali.

Ed eccola qui, servita su un piatto d’argento.

Perchè evidentemente per Krista Vernoff, essere protagonista di uno show significa mettere il becco in ogni cazzo di storyline, e non averne una decente tutta per sé.

Perchè a parte la funzionaria dell’ONU, cosa ha fatto Meredith Grey in questa stagione? Ha avuto una storyline tutta sua? Un accenno almeno? Ci ha raccontato qualcosa? Ci ha regalato qualcosa? Ci ha emozionato almeno un po’?

Perciò, visto che Grey’s Anatomy quest’anno si è assunto il compito di educare l’America, ecco l’ennesima social issue da trattare.

Primetime soap? Medical drama? Storia di vita di Meredith donna e chirurgo di Seattle e del suo gruppo di Seattle? MA CHI?

Noi siamo un political drama.

Questo, più la beatificazione di Meredith, hanno portato ad inserirla in quest’altra inutile oscenità.

E non si è santi senza martiri.

Perciò Ellis, scusaci. Perdona Krista Vernoff perchè non sa quello che dice.

Ai nostri occhi, per tutti questi motivi, questo ennesimo episodio di Grey’s Anatomy non esiste perchè semplicemente basato sul nulla. Bugie e falsità che non trovano riscontro nella storia di questa serie. Retcon orribili e finto femminismo uniti per indottrinare lo spettatore.

Mi chiedo: se in questa stagione sono più gli episodi in cui dobbiamo far finta che qualcosa non sia successo perché siamo di fronte a una bugia colossale, se i personaggi non sono più i personaggi che conosciamo, ha senso continuare a guardare questa serie?

Conclusione:

  • Owen ha adottato e di nuovo mi sembra tutto così stonato, sbagliato, finto. Ho perso il senso di realtà con questa serie. Perchè Grey’s Anatomy ha perso la sua identità. Non c’è più crescita, non si investe più nei percorsi e nei personaggi, tutto è una continua marchetta politica, sociale, umanitaria. È la propaganda a fare da filo conduttore, non più la storia e i personaggi. Si pensa solo ai messaggi da inculcare al pubblico. Non ce l’hai più l’idea che qualcosa sia giusto e naturale, perchè frutto di un percorso di crescita, di un personaggio. Ma sembra solo che ci siano tanti temi da affidare così, a personaggi random, solo per parlare di quel tema.
  • Ma ve la ricordate l’adozione di Zola? Il percorso umano, emozionante, difficile, reale che abbiamo vissuto con Meredith & Derek? Qui l’episodio di settimana scorsa finisce con Owen che di punto in bianco vuole adottare e l’episodio di questa settimana inizia con un bambino alla porta. È arrivato prima il figlio di Owen che il mio pacco Amazon Prime.

    Mi sembra che Grey’s Anatomy voglia solo mostrarci il mondo per come deve essere e non per com’è. Per questo ha perso completamente il contatto con la realtà. È un universo alternativo. Un mondo perfetto e utopico che non esiste. E questo non è il nostro show. Perchè questo non è il nostro mondo. E questa serie è arrivata fin qui solo per questo: per il modo tremendamente reale e umano in cui ci ha raccontato delle sfide e delle difficoltà del vivere la vita in questo mondo assurdamente complicato.

  • Doveva essere un episodio allegro, spensierato, divertente. Inutile in questa stagione inutile, ma almeno divertente. Invece, a parte le oscenità narrative e la gravissima e imperdonabile retcon, questi personaggi drogati ci hanno fatto solo venire la depressione. Perchè ci hanno ricordato cosa sono in questa stagione di Grey’s Anatomy: niente.

Arizona non è nulla a parte una con la fissa dell’orgasmo;

Jackson è solo un bambino;

la profondità e il peso del personaggio di Maggie in questa serie, riassunti nel suo monologo sui formaggi;

April che ci conferma che quest’anno è davvero finita un’era;

Tra l’Alex strafatto e quello normale non vedo differenza;

DeLuca mette in atto il remake di New Moon di questa epopea romantica che ha appassionato solo lui e la Bello, e che manco sua sorella si è inculata;

Meredith sempre più paladina delle donne e portatrice di amore, uguaglianza e santità; la sua amicizia finta, falsa, forzata e nata dal nulla, con una che per anni ha trattato peggio di un Rodriguez in mano alla D’Urso, mi sta facendo sanguinare le braccia a furia di grattarmi per l’orticaria. Manca solo che presti a Jo Wilson il suo balsamo alla lavanda. Riprendetevi questo prodotto delle lobby femministe chiamato MerJo, e ridateci i Merlex, quelli veri.

  • Che altro dobbiamo dire di più? Non si vedeva un periodo così nero in Grey’s Anatomy da… no, non è mai esistito un periodo così critico.

Se me lo chiedete… sì, siamo di fronte alla peggior stagione di Grey’s Anatomy di sempre.

Se questa specie di prodotto confezionato e propagandisticamente ben studiato si può ancor chiamare Grey’s Anatomy.

Voto: 3

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