Grey's Anatomy

Recensione di Daniele: Grey’s Anatomy 14×24 All Of Me

Grey's Anatomy

Grey’s Anatomy 14×24 All Of Me

Questa stagione paragonabile solo agli Hunger Games.

Che strazio. Che tortura infinita.

Siamo stati messi alla prova ogni settimana con una sfida più dura della precedente.

Affrontare le emozioni complicate di questi personaggi? Il loro vissuto quest’anno è stato così intenso che siamo emotivamente provati? Distrutti?

Grey's Anatomy

Ma magari.

No, la vera sfida di quest’anno è stata la sopportazione.. e il capire quale droga usano esattamente nella writing room.

Siamo stati spinti oltre ogni limite umano della sopportazione, abbiamo perso la pazienza e la stabilità mentale dietro questa serie chissà quanti episodi fa, a tal punto che adesso, ci basta solo sentire il nome “Grey’s Anatomy”, per avere la stessa reazione di Nina Moric quando Cristiano Malgioglio le dice che ha bisogno dell’aiuto di Luigi Favoloso.

Cooooosa? DeLuca ha baciato Meredith?

Ah, vabbè. Non è mica la cosa più strana e inspiegabile accaduta quest’anno. Il male è altro.

NEEEEXT.

  • Il Season Finale

Ci sono 13 season finali di Grey’s Anatomy che adesso si sentono tutti, dal primo all’ultimo, vincitori di Emmy Awards.

Sfilano sul red carpet come Jessica Lange, ignorando questo season finale alla Lea Michele.

You can’t sit with us.

È un finale di stagione imbarazzante per questa serie. L’avrei piazzato a metà stagione, così la gente avrebbe avuto il tempo di elaborarlo, inglobarlo e dimenticarlo.

Un po’ come ho fatto io con il 98% degli episodi di questa stagione, spariti in chissà quale buco nero della mia mente.

Stilisticamente e narrativamente parlando, questo finale è stato un incrocio tra un film di Rosamunde Pilcher (e io non ho mai guardato un film di RP, ma ho visto tanti promo su La 5) e una puntata di 4 Matrimoni.

Chi non si è sposato in questo finale di stagione.

Partiamo con i voti.

Jolex Wedding

Cibo: ho visto solo due persone mangiare a questo matrimonio e una ha sputato perchè pensava fosse bacon invece era un dattero, l’altra è quasi morta. Perciò, a meno che non vogliate ritrovarvi decine di persone che assistono mentre vi somministrano una supposta, non toccate nemmeno una innocente tartina al salmone. 0.

Location: eravamo su un’isola e per tutto l’episodio ho sperato che il vero season finale di GA sarebbe prima o poi arrivato. Ho sperato fino all’ultimo che quella fosse l’isola di Lost, che i nostri protagonisti sarebbero rimasti imprigionati su quell’isola e che finalmente avrebbero tirato fuori le vere emozioni che sono mancate, non solo in questo finale, ma in TUTTA la stagione. Invece l’unica cosa che abbiamo visto naufragare è stata la cerimonia organizzata dalla Carla Gozzi di Seattle. 0.

Abito: 10. Cosa non ha fatto con quell’abito Jo Wilson. Sesso in un capanno abbandonato da decenni, accanto a un cadavere, pieno quindi di blatte, topi e ogni genere di demone sotto forma di insetto che Dio ha creato per chissà quale motivo, corse per tutti i sentieri campagnoli dell’isola, seduta sulle panchine lerce dei ferry boat e a fine giornata era bianco, ma così bianco, che in confronto Owen sembrava Carlo Conti. Compliments.

Evento in generale: era un matrimonio. Volevo il cliché, volevo la favola, volevo piangere un po’. Invece questo finale è stato perfettamente coerente con tutta la stagione: una barzelletta dall’inizio alla fine. Ho i dotti lacrimali asciuttissimi, dubito che sarò mai più in grado di piangere in vita mia, dopo questa stagione di secca. Un trash mai visto prima in questa serie. Trash come solo una puntata del GF può esserlo. Chi urla di più tra Lucia Bramieri, Aida Nizar e Jo Wilson? Nel dubbio, tutte e 3 in nomination per la vergogna e l’imbarazzo che ci hanno fatto provare. Dov’è l’eccesso di pudore quando serve? Chiamate quelli di Rai 2.

Sembra che Jo e Alex si siano sposati solo perchè lo prevedeva la prova settimanale. Due concorrenti che non si ricordano le battute del copione e finiscono per improvvisare sotto la conduzione di Meredith Grey che ha comprato la licenza dal sito colcuore.barbaradurso.org

Una coppia con un percorso di 5 anni alle spalle che finisce per condividere un momento così importante con una coppia di sconosciuti in questa edizione VIP, e un’altra contro natura.

Un matrimonio da commedia, ma nemmeno romantica, perchè il grande assente tra gli invitati di questo matrimonio era l’amore. Dov’è lo scambio dei voti? Dov’è l’emozione degli sposi? Dov’è il matrimonio da seson finale di un tv drama? Ci sono matrimoni nelle comedy che ci hanno fatto piangere come pony. Qui? 0.

Abbiamo rinunciato a tutto questo perchè si è scelto che farsi una sveltina accanto a un cadavere dimenticato fosse non solo romantico, ma persino divertente.

Non ho manco riso a questo matrimonio.

Ero come la Regina Elisabetta che guarda Meghan in bianco accanto a Harry.

E come se tutto questo non fosse già un insulto ai Jolex, li hanno persino fatti sposare durante il matrimonio più odiato della storia.

Chi ricorderà la “gioia” del matrimonio Jolex affiancata al funerale dei Japril?

  • Il Big Bad di questa stagione

Partiamo dal vero male di questa stagione, un discorso che non facciamo che ripetere da mesi.

Siamo ormai di fronte all’Anti-Grey’s Anatomy per eccellenza.

Catastrofi, colpi di scena, character development, risoluzione dei problemi, turning points, percorsi romantici, tutto ciò su cui si basa questa serie, adesso avviene off screen.

Tra un episodio e l’altro, mentre nessuno guarda, favoriti da salti temporali che nemmeno in Doctor Who.

Ci mettono di fronte un disegno già finito, dicendoci che è così e basta, senza aver partecipato alla creazione di quel quadro.

Prendiamo l’ultimo caso, April Kepner: non l’abbiamo mai vista ri-frequentarsi con Matthew, non l’abbiamo mai vista rinnamorarsi di lui, non l’abbiamo mai vista fare questo volontariato, non l’abbiamo vista quasi morire, non l’abbiamo vista riprendersi, non l’abbiamo vista decidere di lasciare il lavoro.

È accaduto tutto così velocemente, che se ci fossimo distratti anche un attimo, avremmo già trovato April Kepner anziana sul portico di Sacramento, con Matthew che legge la bibbia ai loro nipoti.

Ma io ci credo che questi abbiano già pensato a come finire Grey’s Anatomy. Con questa velocità, con queste storyline non più sviluppate, ma solo accennate, dove veniamo informati solo alla fine, a percorsi accaduti (offscreen), a scelte ormai fatte (offscreen), come se noi spettatori non contassimo più nulla, questi finiscono la serie entro il winter finale della prossima stagione.

Che altro devono raccontarci se i migliori vengono fatti fuori e se le storyline che hanno reso questo show un cult, se i motivi per cui ci siamo appassionati a questa serie, ormai esistono solo a telecamere spente?

A questi autori non interessa più mostrarci la difficoltà, il percorso, la sfida reale, gli ostacoli e i superamenti, non è più importante mostrarci come funzionano le cose nel nostro mondo, ma propinarci la visione utopistica di un mondo ideale, dominato solo da un moralismo finto e malsano e una propaganda tossica e aggressiva.

Questi personaggi non sono più nostri amici. Questi personaggi non parlano più con noi. Non crescono con noi. Non vivono più con noi. Non sono più i nostri compagni di viaggio. Adesso non siedono al nostro fianco, adesso guidano un ferry boat dove siamo noi i passeggeri.

Siamo noi quelli che dobbiamo crescere, imparare, siamo noi quelli da educare. Loro i maestri e noi gli allievi.

Meredith Grey direttrice di questa scuola di indottrinamento che è ormai il nostro ex medical drama. Gli altri personaggi:  bandiere, messaggi e slogan sociali, politici, morali, da cambiare a seconda del tema che l’episodio tratta.

Una storia che non rispetta più i suoi personaggi, una storia che tradisce la sua stessa storia, le personalità costruite in 13 anni di serie, per seguire nuovi ideali.

In poche parole, un fallimento totale.

  • April Kepner

Un finale sbagliato sotto tutti i punti di vista. Non c’è uno spiraglio di luce in questo happy ending così finto da far impallidire un cartone della Disney.

Un funerale spacciato per lieto fine.

Perchè in un solo colpo, abbiamo assistito alla morte di April come persona, come chirurgo, e come metà di una delle coppie più amate e iconiche di sempre.

La sensazione di questo finale, è letteralmente, quella di un finale ingiusto, contro natura.

Non solo abbiamo dovuto dire addio ad April Kepner, ma l’abbiamo fatto anche in un modo totalmente sbagliato. Un finale che non rispetta questo personaggio, né rispecchia la sua storia.

Un finale fasullo che non sarebbe andato bene nemmeno per la April di 9 anni fa.

Ogni volta che April si è trovata a dover fare i conti con la vita, dopo un trauma, dopo una situazione di crisi, ha sempre risolto tutto, ha sempre trovato la via, tornando a casa.

L’April di qualche anno fa, tornando in fattoria.

L’April di questi ultimi anni, abbracciando la chirurgia.

È questo è il suo tempio. Questa è la sua Chiesa.

La Chirurgia.

April che non ha mollato l’esame di traumatologia, restando sul campo fino all’ultimo secondo e vincendo la sua sfida.

April che ha ripetuto l’esame per ben due volte, pur di diventare un chirurgo.

April che ha voluto lavorare anche il giorno in cui ha dovuto subire un parto indotto. Ed è grazie al lavoro che ha trovato persino un nome da dare a quel bambino.

April che ha superato il dolore straziante di Samuel: pregando? Facendo volontariato?

No, andando sul campo ad operare, come chirurgo traumatologico, come soldato.

April che persino dopo Harriet, la nascita di una bambina sana, dopo un parto traumatico, bramava i corridoi di chirurgia, osservava sognante il pronto soccorso e mollava la bambina al primo baby sitter disponibile pur di esserci.

È questo è stato il percorso di April.

Da ragazza di provincia, tremendamente insicura a tal punto da doversi scrivere degli incoraggiamenti su un taccuino, a soldato in prima linea nelle situazioni di emergenza.

Sotto pressione, quella stessa pressione che solo 9 anni fa era per lei ingestibile.

E April è diventata tutto questo grazie alla chirurgia.

Questa è stata l’evoluzione del cigno.

E adesso vogliono farci credere che April volterebbe le spalle a tutto questo per distribuire antibiotici e vaccini?

April che volta le spalle alla chirurgia, alla sua casa, al suo porto sicuro che le ha permesso di affrontare e superare i suoi traumi?

F O L L I A.

Una donna profondamente cristiana che sprecherebbe quello che per lei è un dono di Dio, come il suo talento, per essere un semplice medico d’ambulatorio, di base?

Persino Ellis Grey che di cristiano non ha nulla, lo ha sempre sostenuto: “chiunque al mondo è in grado di innamorarsi ed essere ciecamente felice, ma non tutti possono prendere in mano un bisturi e salvare una vita umana.”

Ecco perchè questo happy ending super finto, moralmente forzato, è un’offesa ad April come donna, come persona e come chirurgo.

Alla sua storia, alla sua evoluzione bellissima, a ciò che è sempre stata.

La storia di April è conclusa? No, la storia di April non è affatto conclusa.

Semplicemente qualcuno l’ha concepita solo come la metà di una coppia amatissima e volendo distruggere e liberarsi di quella coppia, per costruire altro, ha deciso di farla fuori senza nemmeno degnarsi di scrivere un finale all’altezza.

Perchè lo sappiamo tutti, da quella chiacchierata con Catherine avvenuta stagioni fa, come sarebbe finita la storia di April.

Sarebbe sempre rimasta nella famiglia Avery e un giorno avrebbe guidato l’Impero.

Jackson è un ragazzo viziato, un bambino che ha avuto tutto dalla vita, capace di sprecarlo in un niente: e l’abbiamo visto in questa stagione con il casino che ha combinato facendo una sola telefonata.

April e Catherine? Sono simili. Vengono dal nulla e proprio per questo ne capiscono l’importanza e il valore. È una lezione di vita che non ti abbandona mai questa.

Perciò in futuro avremmo visto una Catherine Avery ritirarsi, per affidare il suo lavoro di una vita alla persona che meglio avrebbe potuto gestirlo, amarlo, capirlo e prendersene cura come aveva fatto lei.

E prima di tutto questo, April sarebbe di certo diventata, prima o poi, il capo di un ospedale della fondazione.

Invece Catherine ed April non compieranno mai quel tour degli ospedali della fondazione, che stagioni fa si sono promesse. April non vedrà mai ciò che l’Impero Avery rappresenta e quella che era la sua eredità, quando ha sposato Jackson. Quella parte di regno che comunque adesso appartiene alla loro figlia.

Ma senza andare troppo lontano, senza guardare alle infinite possibilità già scritte nel futuro di April, guardiamo il presente.

Miranda Bailey vuole un anno sabbatico.

C’era davvero bisogno di riportare un personaggio che aveva persino avuto la sua chiusura di storia perfetta nella 14.17?

Con un colpo di scena così basso e prevedibile che non può nemmeno definirsi tale?

Miranda avrebbe chiesto a Richard, che avrebbe rifiutato subito. E poi l’avrebbe chiesto a Owen, perchè è stato già capo e sa ciò che questo lavoro comporta. E per gli stessi motivi per cui Owen ha fatto un passo indietro stagioni fa, avrebbe rifiutato avanzando la sua proposta per la candidatura.

Quella di April Kepner.

C’erano così tante possibilità in gioco, che non solo l’addio di April Kepner è inaccettabile, ma per come è stato scritto, è proprio una bestemmia.

Una cosa da: sei cristiana? Tieniti questa parabola, questo cliché cristiano del perdono, della carità e del volontariato e vai in pace. Ah, aspetta… sposati un po’ con Matthew prima di uscire di scena, così mettiamo a tacere i fan Japril una volta per tutte.

Io a Krista Vernoff non farei scrivere manco la storyline di un pesce rosso. Sarebbe in grado di snaturare persino un animale dalla routine così prevedibile e stabilita.

KV non sa cos’è la coerenza. KV pretende rispetto. Ma lei lo ha avuto rispetto per noi? Per questi personaggi? Per questi ultimi 7 anni di storia?

E veniamo ai Japril.

Userò parole forti ma non sono io a fare le regole. È ciò che abbiamo visto ad essere forte.

Questa coppia, la loro storia, la loro essenza, il loro percorso lungo anni e stagioni, è stata stuprata sotto gli occhi di tutti.

È tutta lì la violenza.

In Jackson che osserva il matrimonio tra April e Matthew, restando fermo, senza fare nulla. In April che accetta di ri-sposare Matthew.

Come se così sarebbe sempre dovuto andare. Come se tutto da quella 10×12 in poi fosse stato solo un errore, uno sbaglio, una relazione tossica.

Come sottolinea il voice over finale parlando di relazioni sane.

Abbiamo assistito a qualcosa di peggio della morte di un personaggio.

Abbiamo assistito a un colpo di spugna sulla lavagna, allo svilimento di un percorso che abbiamo amato, alla distruzione totale di una coppia che per anni è stata una parte bella, appassionante, vitale di questa serie.

Oggi non conta più. Krista Vernoff viene a privarci del senso di quella storia, a dirci che era tutto sbagliato, tutto da rifare.

E basterebbero le parole di April Kepner nella 9×19 a smentire tutto, a dirci quanto è folle tutto questo, quanto l’unica cosa sbagliata e contro natura di questo finale, è proprio la mente di chi l’ha scritto.

« Tutto questo non ha alcun senso. Perché Dio dovrebbe far conoscere due persone, farle innamorare, far sì che si aprano reciprocamente, fargli provare la sensazione di essere nati per completarsi, solo per poi…farli allontanare? »

Matthew ed April sono simili, quindi chi si somiglia si piglia.

Ma voi avreste guardo 6 anni di una coppia che è così perfetta da risultare stonata?

Non è forse nella sfida, nella mediazione, nel gioco dei contrasti che una semplice ship si eleva a OTP?

Non è forse il percorso più difficile, all’apparenza impossibile, quello fatto di continui ostacoli e prove, quello pieno di angst e sofferenze che rende speciale il tutto? Non è forse quel tipo di lotta e oscurità che permette a una coppia di brillare nei momenti felici?

E non erano forse Jackson & April tutto questo?

Non erano proprio le loro differenze e tutto ciò che li teneva separati a farceli volere insieme?

Perchè quando erano insieme, grazie alla loro magia, persino il litigio più devastante era niente in confronto all’amore che provavano l’uno per l’altra?

Questo finale è uno sfregio a tutto questo. Una blasfemia che annulla la sacralità di un percorso.

I Japril muoiono senza trovare pace, assoluzione, rispetto.

I Japril muoiono da errore.

Jackson che assiste al loro matrimonio è il colpo di grazia.

Impotenti restiamo a guardare 9 anni di storia bruciare.

Una storia che nessuno piangerà perchè secondo le nuove regole, non sarebbe mai dovuta esistere.

Era troppo pretendere che i Japril morissero come Danny & Izzie, come Mark & Lexie, come Meredith & Derek.

Era troppo pretendere che questa storia fosse trattata con lo stesso dovuto rispetto, che trovasse pace nella stessa maniera, che questo amore venisse consacrato nell’eternità delle storie d’amore di questa serie.

No, Krista Vernoff l’ha strappata via, l’ha trattata come un cancro, una vergogna.

L’ha annientata nella sua essenza, riproponendo quella scena chiave del loro percorso e cambiandone la storia.

Che senso ha avuto tutto alla luce di questo finale?

E parliamo dell’ennesimo no-sense.

DeLuca ci rompe le palle da 5 episodi con questa storia della fidanzata viva ma in un altro paese, soffre come un cane (e per quale motivo resta ancora Seattle?!)…

… e Matthew fresco di vedovanza, se ne esce con: “Ti amo come 5 anni fa e persino di più.”

Sarà felice sua moglie. O dovrei dire “ex moglie” a questo punto.

Ovviamente Meredith Grey lasciamola ancora vedova e senza uno straccio di vita sentimentale dopo 3 anni, ma Matthew Taylor sposiamolo subito.

Che dire.

  • Arizona Robbins

Preferisco credere che il series finale di Arizona Robbins sia stato settimana scorsa, che sia finita lì, in quell’abbraccio con la Herman, piuttosto che dover ammettere che sono riusciti a storpiarla nel suo ultimo episodio di sempre.

L’unico personaggio IC di questa stagione snaturata, che si rovina sul finale.

Ovviamente Arizona è rimasta IC per tutta la stagione perchè ha avuto due scenette in croce. Se fosse capitata sotto la penna di KV, anche a lei sarebbe toccata la stessa maledizione di tutti gli altri.

E in questo finale è successo.

Arizona che ha sofferto per essere sempre stata quella mollata brutalmente, quella con la paura dell’abbandono, in questo finale si trasforma nel mostro che teme, nei confronti di Carina.

Mollata così. Su due piedi. Senza rimpianti. Nemmeno uno sguardo d’addio per Carina che ora la guarda e rimpiange solo di averla amata.

Da: “non andrò in nessun luogo senza di te” a niente.

E per cosa poi? Per quale motivo rendere Arizona una stronza insensibile che fa quello che ha sempre ricevuto lei?

Per un finale fanservice Calzona.

Noi non vogliamo il fanservice, noi non vogliamo questi happy ending irrealistici, noi vogliamo che questo show rispetti la nostra intelligenza.

Ci sentiamo insultati da tutti questi finali osceni, brutti, campati per aria, senza nessuna logica a guidarli.

Di colpo, la coppia con più possibilità di tornare insieme viene cancellata per sempre (Japril) e quella più morta di Derek Shepherd (Calzona) ha improvvisamente una speranza di ritornare insieme.

Non sapevamo che Arizona avesse iniziato ad andare in Chiesa con April. Forse anche questo è accaduto off screen e ce lo siamo persi.

Perchè di punto in bianco, Arizona sceglie, da brava cristiana, di porgere di nuovo l’altra guancia a Callie: la donna che l’ha abbandonata e fatto guerra per l’affidamento della loro figlia.

Non di perdonarla, perchè quello l’ha fatto nella 12.24, ma di ributtarsi in questa relazione che le ha portato via tutto. Che l’ha distrutta.

Arizona ha riscoperto le sue ali e ha imparato a volare di nuovo, grazie a Richard Webber.

E adesso Richard la ributta in quel rapporto che le ha portato via le ali.

Il no sense più totale. L’ennesimo.

Tra l’altro, Callie si è trasferita a NY per seguire la sua Penny.

Perchè se è single adesso non torna a Seattle piuttosto che sradicare le radici di un’intera famiglia, di nuovo?

Siamo di fronte alla donna più egoista del mondo (e Callie lo è di suo) o all’ennesimo caso di scrittura carente, banale, pigra, che non ha cura della logica ma vuole solo liberarsi in fretta di un personaggio e lo fa con un altro finale del cavolo?

Avrei anche potuto accettare l’addio di Arizona, ma a delle condizioni che rispettino la nostra intelligenza, la storia e che soprattutto abbiano una logica.

Avrei preferito una Callie ancora fidanzata con Penny, quindi legata all’unico motivo valido per cui dovrebbe essere a NY.

E un Arizona per una volta nella sua ultima stagione di sempre, protagonista.

Una Arizona che coltivasse e mettesse in luce quel poco di storia che le hanno lasciato avere in questa stagione.

Un Arizona che facesse fruttare quelle promesse e quelle scene Carizona che abbiamo vissuto quest’anno. Invece sono state solo uno scalda letto, l’ennesima perdita di tempo in attesa di liberarci di questo personaggio nel finale di stagione.

Avrei preferito che fosse stata Arizona quella a inginocchiarsi per fare la proposta a Carina. Non Matthew.

Avrei preferito che fosse dato un senso a quel poco di storia che Arizona ci ha raccontato quest’anno.

Avrei preferito che fosse Arizona quella a dover scegliere, ad avere in mano la situazione, a prendersi una rivincita sulla vita, dopo tutto quello che ha passato.

Avrei preferito che fosse lei quella a dover scegliere la città in cui aprire il suo centro, e vada anche per NY, ma con Sofia e la donna che ha SCELTO e VOLUTO al suo fianco.

Non che si spegnesse, si piegasse e tornasse strisciando da un amore che non la merita da anni. Che non è più alla sua altezza.

Arizona Robbins meritava un’uscita di scena migliore, un percorso di rinascita migliore, qualcosa che la mettesse in luce per quello che è.

Invece se ne va da marionetta, cosa che è stata anche in questa stagione.

È rimasta a guardare, dall’inizio alla fine, mentre altri prendevano tutto, lasciandole solo briciole.

Una testimone vera e propria.

Odio queste proposte campate per aria, questi matrimoni improvvisi.

Io voglio lo slow burn. Io voglio partecipare attivamente alla creazione di un percorso. Voglio esserne protagonista. Come è sempre stato.

Ma ormai la politica della serie prevede che gli sviluppi di trama avvengano offscreen.

Perciò, piuttosto che dare anche questo matrimonio ad April che è stata l’unica ad avere una storyline decente in questa stagione (quella della crisi di fede), avrei preferito che almeno questa storyline della proposta\matrimonio, fosse per Arizona.

Che almeno nel suo ultimo episodio di sempre fosse un po’ protagonista.

Arizona è molto più del suo orientamento sessuale. Arizona è il simbolo delle perseveranza, della saggezza nascosta dietro una dolce ironia, Arizona è il sorriso magico che cancella tutti i mali della vita. Arizona è una carezza al cuore dei fan dopo una tragedia.

Invece siamo di fronte all’ennesima storia piatta, con un finale che non rende giustizia al personaggio e al suo vissuto.

Peccato, almeno qui potevano giocarsela bene e far davvero felici i fan.

Invece hanno scelto un contentino orribile pensando di farci contenti, come se fossimo scimmie in uno zoo in attesa delle noccioline.

Noi questa nocciolina la rigettiamo, perchè Grey’s Anatomy ci ha nutrito col caviale e adesso non possiamo accontentarci del pesce gatto.

Nemmeno in questo caso.

Qualcuno ha detto che siamo sopravvissuti ad addii e tragedie peggiori e che tutto questo è un’esagerazione.

Certo, ma prima a morire erano solo i personaggi e non Grey’s Anatomy.

Perchè quest’anno, episodio dopo episodio, è il nostro show che abbiamo accompagnato alla fossa.

Perchè abbiamo sempre avuto una sceneggiatura all’altezza, un medical drama pieno di drama, emozioni, introspezione, profondità, cura dei percorsi nei minimi dettagli.

E quest’anno si è detto addio a tutto questo.

Quest’anno abbiamo avuto solo banalità, superficialità, scrittura affrettata e piatta, 0 emozioni, 0 drama, storyline da fanfiction, sciatte, sbrigative, scontante, che durano meno dell’energia in Hogwarts Mystery.

In passato ogni morte, ogni addio, aveva senso. Aveva una logica. Una sua coerenza. Era un addio che rispettava la storia, il personaggio, il suo percorso.

Erano addi catartici, scritti con maestria, che consegnavano a noi e a questi personaggi la pace. La sensazione che quel percorso non era stato un vuoto a perdere, che sarebbe sempre rimasto. Addii che consacravano i personaggi nella nostra memoria e nell’eternità di questa serie.

Addi dolorosi ma veri, sentiti, in qualche maniera persino giusti.

C’era sempre una motivazione valida, noi pagavamo col dolore, ma in cambio ricevevamo un carico di emozioni pazzesco che ci permetteva di guarire e accettare.

In cambio noi ricevevamo qualcosa che valesse la pena. Un motivo in più per restare.

Ogni cosa che Grey’s Anatomy ci ha tolto, ce l’ha poi sempre restituita.

Ha, per citare lo scorso episodio, sempre riempito d’oro quelle crepe.

Quest’anno?

Quest’anno ha distrutto e basta, si è preso tutto senza darci nulla in cambio.

Ci ha solo tolto, partendo dal carico emotivo assente, sacrificato per chissà quale motivo.

Niente più drama, niente più storyline degne, niente più attesa snervante per uno sviluppo di trama, trama orizzontale quasi assente, ogni episodio era un capitolo a sé diverso e distante dai precedenti, niente più personaggi in scena con il racconto della loro vita e non di aspetti legati alle social issues.

E non solo è avvenuto tutto questo, ma qualcuno si è preso anche la briga di cambiare radicalmente quella che possiamo definire la “mitologia” base di questa serie, richiamando e distruggendo intere storyline persino dal passato.

Perchè non bastava cambiare radicalmente la visione del presente, ma era necessario persino cambiare il passato.

Quando uno show perde le sue radici, lo condanni a morte.

Un minuto di silenzio per tutte le storyline, vecchie e nuove, distrutte in questa stagione.

  • Meredith Grey

È il motivo più lampante per cui questa stagione non ha funzionato.

Una protagonista snaturata, sostituita con una dall’aspetto simile ma dal carattere totalmente diverso.

Una protagonista ridotta al silenzio, trasformata in un’insegna sulla quale scrivere, di settimana in settimana, lo slogan politico\sociale di turno.

Una protagonista sbattuta in panchina, con la sua vita emozionale (vero oro per questa serie, nonché motivo per cui siamo qui da 13 anni) totalmente assente dalle scene.

Una protagonista che quest’anno, nel suo show, è stata solo un’ombra.

Non ha vissuto nulla, non ci ha raccontato nulla di lei e della sua vita, è stata solo una spettatrice delle emozioni altrui.

Un anno fa lasciavo Meredith Grey in quel parcheggio, piena di vita e di speranza, mentre ci invitava ad essere pronti a tutto.

Mi sembra di averla lasciata ancora lì quella ragazza, in quel parcheggio, come l’intero show d’altronde.

Stiamo ancora aspettando. Siamo ancora lì.

Non riusciamo a muoverci, non riusciamo ad andare avanti. Non riusciamo a saltare per superare l’abisso che c’è tra lo scorso anno e questo.

È uno show completamente diverso, che racconta le storie in modo diverso, che vede e scrive questi personaggi in modo diverso.

Quest’anno abbiamo assistito a una versione parallela di Grey’s Anatomy, una What If scritta su EFP che non ci piace.

Dopo 23 episodi, dopo un’intera stagione, mi sembra di aver visto, in questo finale, un piccolo collegamento tra la Meredith che conosciamo da una vita, e quella che ci hanno propinato quest’anno.

Ci sono voluti 23 episodi per dare a Meredith uno straccio di storyline decente. Per renderla un attimo almeno l’ombra di se stessa e non un’aliena.

Ho rivisto una Meredith che torna, dopo un anno, a guardarsi dentro.

Ad affrontare le sue paure. A dare importanza alle sue emozioni che pensavo avesse venduto a un demone in cambio del successo lavorativo.

E parliamo di questo finale.

Questa è stata la prima volta che Meredith è stata egoista con Alex.

Negli ultimi anni, è sempre stato lui a restare. A voler rimanere a tutti i costi. E lei sempre, S E M P R E, a dirgli di andare.

Ma questa volta, per la prima volta, Meredith ha pensato a se stessa. E ha fatto di tutto per assicurarsi che lui non se ne andasse.

Forse per la prima volta nella vita, dopo sua madre, dopo Lexie, dopo Cristina, dopo Derek, dopo persino il fantasma di Nathan, Meredith è semplicemente stanca.

Stanca di perdere tutti quelli che ama.

Stanca di questa giostra che non smette mai di girare dove lei è l’unica passeggera su cui può fare affidamento.

Forse questo è il punto di svolta.

Forse adesso lotterà contro la vita per tenersi stretti quelli che ama. Forse adesso non lo accetterà e basta. Ma farà qualcosa. Tutto ciò che è in suo potere.

Per tenersi stretta la sua persona. O un suo (possibile) futuro uomo.

Ma… non posso illudermi. Nè sperarlo.

Temo solo che questo sia un caso isolato stile 14.17.

Quando abbiamo per un attimo intravisto, in questa stagione arida e deserta, quella ragazza in un bar, per poi vederla sparire nuovamente e domandarci se si fosse trattato solo di un miraggio.

La scena con Alex sul ferry boat resta la mia preferita. L’unica di questo finale.

Una battuta banale e da fanfiction (ma ormai il livello della sceneggiatura è quello) come: “non ti abbonderei mai, lo sai”, ma sono Meredith & Alex, ci sono 13 anni di storia come fondamenta, e la loro magia resta e commuove, anche in un momento fugace come quello.

Meredith Grey mi manchi tantissimo. Non sei morta in questa stagione, ma è come se lo fossi.

Conclusione:

Krista Vernoff, hai snaturato uno show partendo dalla protagonista, distrutto anni di storia, infangato il senso di interi rapporti, sostituito il patriarcato con il matriarcato, riportato personaggi dal passato solo per screditarli, cancellato il senso di realismo di questa serie per propinarci la visione di un mondo utopistico, hai portato la politica, la propaganda e la droga nel programma. Il cielo guarda, Krista Vernoff, e non è contento.  Now, sashay away.

  • Ringraziamenti.

Pensavo che avrei scritto questo pezzo solo al series finale. Ma è anche vero che mai, e ripeto, mai, avrei pensato che qualcuno sarebbe stato in grado di alterare il mio rapporto con questa serie che io amo in maniera viscerale.

E invece è quanto accaduto quest’anno.

Per quanto mi riguarda, qui non si parla di una stagione che non è sempre stata al top, la 13° stagione ha avuto i suoi alti e bassi, ma era ancora Grey’s Anatomy, si è fatta amare lo stesso.

Tanto per citare l’ultimo caso.

Per me, e rubo le parole di April Kepner, siamo di fronte alla fine di un’era.

Io non sono compatibile con questa nuova visione della serie e dei personaggi. La mia mente ha un rifiuto verso questa nuova concezione della storia e verso la nuova identità che questa serie ha assunto.

Non posso nemmeno accettare questa sceneggiatura che in nome di “toni light”, ha finito per tagliare fuori tutto ciò che è Grey’s Anatomy, trasformandoci in una comedy a tempo pieno.

Non riesco ad accettare il modo in cui le storie (non) vengono raccontate, né le nuove priorità e obiettivi fissati da questa nuova linea autoriale.

Per me l’abisso tra Grey’s Anatomy e questo nuovo Grey’s Anatomy (che di GA ha solo il nome ormai) che ci hanno rifilato quest’anno, è incolmabile.

E io questa differenza la sento e la soffro eccome.

Non riconosco nulla del mio Grey’s Anatomy in questa stagione. E le cose non posso che continuare su questa nuova rotta, ormai.

Motivo per cui, questa è stata la mia ultima recensione di sempre per questa serie.

Credo che chiunque continuerà a guardare lo show dopo quest’anno, sia non solo tremendamente motivato, ma ami anche quanto sta vedendo\accadendo.

Cosa che non accade per me.

E io sono il primo a non voler passare altri 48 o 100 o quanti ancora episodi durerà questa serie a lamentarsi ogni settimana, come è accaduto quest’anno.

È davvero stancante. Nonché doloroso vedere il proprio rapporto con questa serie cambiare e assumere una forma vicina alla mal sopportazione e all’insofferenza.

Perciò credo che chiunque resti, abbia dei motivi per farlo, e tutto questo merita di essere amato e celebrato da chi ha ancora passione e amore per questa serie.

Vi ringrazio per questi 4 anni insieme. Non li dimenticherò affatto. Grazie a Luigi per la bellissima opportunità e per la fiducia che ha sempre riposto nei miei confronti, e grazie a voi per tutto l’affetto, per ogni like, per ogni commento e per l’entusiasmo con cui ogni settimana, avete accolto queste recensioni.

Abbiamo affrontato insieme momenti davvero importanti per questa serie, come il post Cristina, la morte di Derek, l’addio di Callie, di April e Arizona, e per quanto riguarda, anche quello di Grey’s Anatomy.

Amo la community che abbiamo creato e come qualcuno di voi mi ha detto nei giorni scorsi, siamo un po’ gli Alex e Meredith del fandom. Sempre disponibili, gentili, pronti a supportarci e superare insieme tutte le follie a cui questa straordinaria serie ci ha sottoposto.

Commentare Grey’s Anatomy con voi è diventato il mio momento preferito legato a questa serie. Quest’anno è stato l’unico.

GRAZIE davvero per tutto.

Vostro, Daniele.

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