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Recensione di Daniele: Station 19 1×08 Every Second Counts

Ecco la recensione di Daniele del nuovo episodio di Station 19.

Ok ragazzi, che ansia.

Non si respirava un’aria così tesa dai tempi della scelta del primo finalista del GF Vip.

Mentre i pompieri della Stazione 19 uscivano dal confessionale dopo la nomination, sedendosi accanto al candidato scelto, lo sentivo proprio il jingle super suspance del GF.

Al GF Vip avevano Illary Blasi, noi abbiamo il Comandante Ripley che un po’ a Francesco Totti ci assomiglia.

Quindi giochiamo in casa.

Ripley è il miglior esaminatore in campo e il peggior incubo di ogni esaminato.

Non vorrei mai essere interrogato da lui.

È uno di quelli che per quanto vai preparato all’esame, ti confonde le idee con i suoi subdoli giochetti psicologici e ti fa persino dubitare di aver studiato, quando hai passato gli ultimi 3 mesi su quei libri.

Naturalmente è solo un modo per pressarti, per spingerti al limite e dimostrare il tuo valore. Anche se ti sembra di essere andato fuori strada. Anche se sembra che non sei più tu ad avere in mano le redini della conversazione. Ti mette a nudo. E lasci la stanza a pezzi con la certezza di essere bocciato.

Poi escono i risultati e magari hai preso pure il massimo dei voti.

Ripley è questo e con i nostri pompieri ha fatto esattamente questo gioco.

Ora, so che c’è stata una piccola polemica in questi giorni, perchè alcuni credono che Jack sia stato messo in cattiva luce solo per innalzare la figura di Andy, poiché questo è ormai il modus operandi a Shondaland.

Personalmente, non la vedo così.

Credo che in Station 19, siamo ben lontani da quel clima di follia e nazi-femminismo che pervade la serie madre di questo spin off.

Station 19

E vi dico anche perché.

Ripley si fa avanti per essere l’esaminatore, scavalcando la Frankel e dandole addirittura della “non obiettiva”.

Per una cosa simile, in Grey’s Anatomy sarebbe già con le palle appese fuori dall’ospedale.

Dean nonostante sia il migliore amico di Jack, fa il nome di Andy.

E Maya, la super femminista di questa serie, fa il nome di Jack.

C’è un buon equilibrio. C’è davvero parità.

E veniamo ai singoli esaminati.

In un modo che ho trovato geniale e assolutamente ricco di colpi di scena, conosciamo meglio i personaggi di questa serie grazie ad un’interessante espediente narrativo.

Costretti a fare un nome, capiamo meglio la psicologia di ognuno di loro.

Ben: ok, è stato un po’ strano vederlo dall’altra parte del banco in questo processo alle intenzioni, quando lui stesso ha subito una cosa simile in Grey’s Anatomy. Anzi, il ritmo narrativo e la dinamica di questo episodio erano gli stessi di quel famoso episodio della 12° stagione in cui Ben  fa un cesareo in corridoio solo per una botta di adrenalina che gli costa 6 mesi di sospensione dal lavoro. Ma amo questa redenzione che sta avendo in Station 19.

Vic: sconsiderata, spregiudicata e ribelle anche con il capo del capo del suo capo. La Marissa Cooper di Seattle. Arrogante. Viziata. Acerba. Ecco perchè ha subito legato con Ben. Vic deve imparare a temprare il suo spirito e a trasformare il suo essere ribelle a tutti i costi, in motivazione. Affinché diventi, concretamente, la più brava di tutti. Per ora siamo di fronte ad un adolescente in piena crisi. Ha ancora tanta strada da fare. Per fortuna.

Dean: il ragazzone dal cuore d’oro, si dimostra un tipo serio, giudizioso, corretto, nonostante la sua aria da giocherellone. Ha sostenuto il colloquio con la serietà dovuta e nonostante l’affetto e il legame con Jack, ha fatto la scelta che riteneva giusta. Mostrando un’obiettività e una capacità critica quasi inaspettata.

Maya: una combattente nata che veste alla marinara. Sorry, wrong show. Maya è Sailor Venus: concreta, pratica, professionale. Con la stoffa da leader. Andy è Sailor Moon. Principessa di un regno per titolo. Non fraintendetemi. Non credo affatto che Andy non meriti la promozione a tenente. Sono stato il primo a supportarla e a fare il tifo per lei. Ma Andy è proprio Bunny (o Usagi Tsukino per i puristi) nel profondo: tremendamente capace e ostinata nel suo lavoro, quando ci si mette, col cuore, da il 100%. Disintegra ogni ostacolo. Ma non è abbastanza coerente. Non ha la giusta concentrazione. Ha un obiettivo ma non ha la grinta necessaria per sfondare quella parete e andare fino in fondo. L’esatto opposto di Maya. È lei a tenere Andy in riga. È lei a darle delle regole, a tracciare dei percorsi, a motivarla, a schiarirle le idee, a ricordarle di concentrarsi, di prestare la giusta attenzione dopo aver fissato le priorità. Maya allena Andy per diventare un Capitano ma Maya ha già la stoffa di Capitano.

E io amo Andy, Maya e il loro rapporto per questo. Andy è la mia protagonista per questo motivo: per il suo essere imperfetta. Un po’ viziata ma in fondo, una che sa il fatto suo. Una che quando le sbattono in faccia il suo essere figlia di, trova la giusta motivazione per dimostrare che eredità un par di palle, lei se l’è meritata. E poi l’attimo dopo torna l’adolescente di sempre. Sono entrambe diverse e uniche per questo. Il loro rapporto funziona per questo. Per questo contrasto. Perchè Maya è, paradossalmente, più vicina a Jack come mentalità e stile.

Travis: è l’unico per me, in quella stazione, a poter diventare Capitano. Perchè non solo ha la giusta esperienza, non solo è cresciuto in una stazione diversa dall’attuale, quindi non è troppo cullato dall’idea di famiglia, ha chiaramente la percezione di un mondo esterno alla 19. Non solo fa il pompiere da più tempo di tutti loro, ma anche vissuto sulla propria pelle, concretamente, cosa vuol dire perdere qualcuno a causa di una negligenza. È questo l’ha trasformato. Non è arrogante, non è viziato, non crede di essere il migliore. Sa che tutti all’occorrenza possono commettere errori e che quindi bisogna solo evitare che questi errori siano commessi, a monte. Ed è quello che dovrebbe fare un Capitano. E nello scorso episodio, quando era in carica, l’ha dimostrato. Ha pensato a 360° a tutte le possibili catastrofi, anche le più assurde, mentre i suoi colleghi lo deridevano, ma lui se n’è infischiato. Ha ordinato loro di prendere tutte le precauzioni possibili, li ha preparati anche per uno scenario apocalittico come la strada che per una minuscola buca può aprirsi e inghiottirli tutti. Ha la saggezza, la docilità ma anche la fermezza di un leader. Se fossi stato interrogato da Ripley, a occhi chiusi, il mio nome sarebbe stato quello di Travis Montgomery.

Pruitt: Non so se ricordate, ma nella scorsa recensione avevo detto che tra Andy & Jack, non avrei scelto nessuno dei due. Il fatto che Pruitt la pensi allo stesso modo, mi fa capire di essere nel giusto.

Entrambi sono bravi, hanno talento e potenzialità. Ma non basta. Devono lavorare ancora duramente per ottenere un ruolo importante come quello di Capitano. Qui non si parla di sport: se perdi una partita sei fuori e vai a casa. Qui perdere significa letteralmente morire. In gioco ci sono vite umane. Entrambi non sono ancora formati completamente. Manca loro quel tipo di saggezza che deriva solo dall’esperienza. Non bastano forza e coraggio se la mente non è domata. Come il loro spirito selvaggio che li porta sempre a litigare come due bambini. Persino debole e con i macchinari della chemio in funzione (in un momento che mi ha davvero commosso), Pruitt ti dà l’idea di Capitano. Di uno che potrebbe salvarti la vita anche restando così, seduto. Perchè ha la mente da Capitano. Sarebbe in grado di coordinare un’operazione e salvare tutti anche da quella stanza del GSMH. Se Jack & Andy non hanno picchetto e idrante in mano, se non corrono o muovono le mani, sono morti.

Ora, dipende tutto dagli autori e da come hanno impostato la storia. Hanno avuto il coraggio di osare? Hanno pensato a questa storia come ad una storia da sviluppare per più stagioni? O in quest’era di incertezza e share selvaggio, sono andati sul sicuro?

Perchè nella prima opzione, con l’idea di costruzione e sviluppo della storia nel tempo, né Jack né Andy diventerebbero Capitano. Il ruolo andrebbe a un altro della Stazione 19 o, cosa più eccitante, persino ad un outsider che verrebbe in casa a scomodare gli equilibri.

Seconda opzione: uno tra Jack & Andy diventa Capitano nel season finale.

Per ora questa gara è super eccitante.

Conclusione:

Jack & Andy al tavolo in attesa del verdetto, mi hanno fatto una tenerezza incredibile. È come se per tutto il tempo di questa competizione fossero stati rivali e solo ora, a fine corsa, si rendono conto che la cosa più importante è che vinca uno di loro. E sarebbero felici così. Perchè entrambi hanno imparato ad amarsi e stimarsi per questo. Un po’ come Rory e Paris alla Chilton. E sappiamo che Paris ha seguito Rory fino a Yale perchè la loro competizione era l’unica cosa che riusciva a spronare Paris.

– Grazie Stacy McKee per queste opening scene a letto. Adesso sappiamo che l’unica cosa che ti frenava dal farle anche in Grey’s Anatomy era la fascia oraria.

– Il caso clinico di questa settimana è stato tragicomico e assurdo. In pieno stile Shondaland. Qualcuno ci assicuri che la figlia dell’urlatrice pazza ha ottenuto una borsa di studio al college come giocatrice di hockey perchè altrimenti partono le denunce.

E per quanto riguarda quell’assurda vicenda.. chi ha fatto la scelta giusta tra Andy & Jack?

Gibson o Herrera?

Per me?

Entrambi.

Sono stati loro.

Hanno affrontato quella crisi in pieno stile Herrera e Gibson. Herrera ha infranto il protocollo per salvare delle vite. Gibson spinto dalla sua mania di fare l’eroe e salvare la situazione, ha seguito anche lui la sua logica. Non c’è un cattivo da odiare in questa storia. Sono entrambi due ragazzi impulsivi che amano il loro lavoro, che rischierebbero la loro pelle per salvare quella altrui e che hanno a cuore le persone che soccorrono. La scena finale quando sono tutti al tavolo e parlano di famiglia mi ha commosso. Sono diventati tutti, in breve tempo, una famiglia che non vogliamo più lasciare. La Stazione 19 è la nostra nuova casa.

Travis che parla di Michael mi ha fatto venire i brividi. Jay è un attore fantastico. Ma ehi, what’s new.

– Un episodio di transizione che però sa come tenerci col fiato sospeso. Non c’è una sola scena che è un vuoto a perdere. Come dice il titolo dell’episodio: “Ogni secondo conta”. Ha il suo ritmo narrativo calzante, tutto è propedeutico al momento che verrà dopo, ogni azione ha il suo perchè. Una costruzione perfetta per 40 minuti settimanali che si riconfermano i migliori del Giovedì sera targato ABC.

Voto: 7 +

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