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Westworld e This Is Us sono i grandi vincitori della prima parte di stagione

Se guardiamo indietro a questa prima parte di stagione, chi sono i primi vincitori in termini di serie tv?

Senza dubbio il primo nome che ci viene in mente è This Is Us? Non solo a livello di ratings (ed è un successone), ma anche a livello di critica.

Avevo scritto della serie:

This Is Us ci piace tanto perché in ogni personaggio riusciamo a trovare qualcosa di noi. Nella difficoltà di lasciare una persona con il meraviglioso monologo di Kevin, alla fatica di accettare un lavoro che non ci piace come per Jack, alla sfida di essere bravi genitori ma soprattutto bravi figli.

Il punto di forza di This Is Us è la sua umanità, quindi, un qualcosa di cui avevamo fortemente bisogno in un panorama televisivo che attinge molto a concept complicati e a trame sempre in movimento senza mai realmente ragionare sui suoi protagonisti.

Una prima stagione che continua ad avere un trend assolutamente positivo, sia a livello di ratings che di critica e che soprattutto non delude mai. E a chi dice che non tiene con il fiato sospeso… beh, per voi sarà così, io ci tengo davvero a questi personaggi, e questo vale più di mille esplosioni e uccisioni.

Un altro grande successo viene rappresentato da Westworld, che è la prima stagione più vista nella storia di HBO.

Avevo scritto di Westworld:

Se guardiamo verso il panorama televisivo Statunitense, ci troviamo davanti ad un’offerta che per la maggior parte è composta da show adrenalinici, che non ti danno il tempo di pensare, respirare, che giocano sull’azione, i colpi di scena, i cliffhanger: HTGAWM, Quantico, Empire, i procedural, i vari medical, il telespettatore medio è abituato quindi ad un ritmo calzante, che stanca quasi, che rare volte si prende il tempo per concentrarsi sui personaggi e il loro percorso.

Prendo spunto, dunque, da chi giudica Westworld, nuova serie di punta di HBO, un prodotto noioso e con un ritmo lento.

La serie visivamente è meravigliosa: dai panorami mozzafiato alla splendida fotografia, le colonne sonore e la score sono di un altissimo livello e il cast è di un talento eccezionale. La trama di base è così interessante, seppur la tematica sia già stata ampiamente affrontata – fra tutti Battlestar Galactica mi viene in mente – che nonostante riposi su quello che sembra un ritmo “lento” invoglia a volerne di più.

Ma non è proprio questo il bello di Westworld? O in generale il bello di serie come Breaking Bad, Carnivale, Twin Peaks… Quel senso di costruzione, un singolo episodio è un mattoncino solido che andrà a costituire un qualcosa di bello, di portante, che non tremerà alla prima scossa.

Westworld è una serie, come Game of Thrones, che regala svolte nella trama con il contagocce e lo fa appositamente, trova il suo punto di forza nei personaggi, nella storia, approfondisce, costruisce, tira su le mura, fino a quando arriveremo a provare dispiacere se un personaggio ci lascia o gli succede qualcosa. Un tipo di costruzione seriale che consiste più nel gettare le basi e poi giocarci sopra che giocare invece da subito con un pugno di mosche. Perché è facile gettare nel calderone esplosioni, cospirazioni, uccisioni, su personaggi e situazioni di cui non ci importa, è una carta passiva e quasi troppo semplice da giocare. Quando ti importa… la posta in gioco sale.

 

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