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L’importanza di Everwood

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Andato in onda dal 2002 al 2006 su The WB, Everwood è quella che considero una perla rara della televisione americana. Non ci sono mostri, non ci sono vampiri, solo persone normali, in cerca di un qualcosa di nuovo, persone che cercano, dopo una tragedia, di ricominciare a vivere.

L’atmosfera dello show è fantastica, ci troviamo tra le montagne del Colorado, nella cittadina, immaginaria, di Everwood.

Il Dr.Brown è uno dei medici più famosi al mondo, ma dopo la morte della moglie, Julia, interpretata dalla bravissima Brenda Strong (Desperate Housewives) decide di trasferirsi dalla grande mela a questa piccola e sperduta città, proprio perché la moglie Julia gliene parlò. e la descrisse come un angolo di paradiso. Cosa che effettivamente è.

Andy Brown non era esattamente un padre modello, e neanche un marito modello, spesso in ritardo per le cene, mai presente, veniva sempre prima il lavoro, e nonostante fosse un genio nel suo campo, e quindi apprezzato da tutti, la famiglia lo vedeva quasi come uno sconosciuto.

Everwood è rinascita, è vita dopo la tragedia. Ed è uno show che parla di normalità, di gente di tutti i giorni che affronta il lutto, l’amore, la vita.

Non ci sono grandi cliffhanger o numerosi colpi di scena, ma le relazioni e le crescite dei personaggi rendono questo show speciale ed unico nel suo genere.

Tra l’intesa e tragica storyline di Colin Hart e lo sfondo delle vicende di paese, Everwood ci fa affezionare ai suoi personaggi, ci sentiamo parte di una famiglia.

Sento la mancanza di uno show del genere in televisione, show che ci ha regalato Emily VanCamp e Chris Pratt. Sento la mancanza di un telefilm senza una premessa forte o sconvolgente, senza un incipit che sia sovrannaturale o catastrofico ma che sappia intrattenere e raccontare. Ed Everwood lo sa fare, ha preso il compito più difficile e l’ha svolto egregiamente: raccontare di vita, senza esplosioni, magia o teste che cadono. 


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