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Martin Scorsese torna sui film Marvel: “Non c’è rivelazione, manca il pericolo emotivo”

film marvel

Con le sue dichiarazioni sui film Marvel aveva alzato un vero polverone, perché se a dire che “Questo non è cinema” è un regista del suo calibro, inevitabilmente una critica dura come questa suona come una stroncatura particolarmente difficile da digerire. E che forse merita qualche spiegazione in più. Per questo il regista premio Oscar Martin Scorsese ha voluto chiarire meglio il suo pensiero in un editoriale pubblicato dal NYT, interamente dedicato alla questione.

Martin Scorsese VS Marvel: ricapitolando

La prima aspra critica all’universo cinematografico Marvel, che così tanti fan ha nel mondo, risale a un’intervista rilasciata a Empire. In quell’occasione Scorsese disse, senza mezzi termini:

Non vedo i film della Marvel. Ci ho provato, ma non sono cinema. Onestamente, la cosa più vicina a loro a cui riesco a pensare, per come sono fatti e con gli attori che fanno il meglio che possono in questa circostanze, sono i parchi a tema. Non è quel genere di cinema degli esseri umani che cercano di trasmettere esperienze emotive e psicologiche a un altro essere umano.

Martin Scorsese per NYT

Vista la grande risonanza data alle sue affermazioni, riprese anche nelle settimane successive a quell’intervista e commentate anche da altri stimati colleghi del regista, è stato Scorsese stesso a voler ribadire e meglio chiarire il suo pensiero. Lo ha fatto scrivendo un editoriale per il prestigioso New York Times.

Molti film in franchising sono realizzati da persone di notevole talento e talento artistico. Lo si vede sullo schermo. Il fatto che i film stessi non mi interessino è una questione di gusto personale e temperamento. Crescendo, ho sviluppato un senso dei film (di quello che erano e di quello che potevano essere) lontano dall’universo Marvel tanto quanto noi sulla Terra lo siamo di Alpha Centauri.  Per me, per i cineasti che ho imparato ad amare e rispettare, per i miei amici che hanno iniziato a girare film nello stesso periodo in cui l’ho fatto io, il cinema riguardava la rivelazione: rivelazione estetica, emotiva e spirituale. Riguardava i personaggi: la complessità delle persone e la loro natura contraddittoria e talvolta paradossale, il modo in cui possono farsi del male e amarsi l’un l’altro e improvvisamente si trovano faccia a faccia con se stessi.

Per Scorsese è questo che differenzia completamente i film Marvel dal “vero cinema”.

Non c’è rivelazione, mistero o autentico pericolo emotivo. Niente è a rischio. Le immagini sono realizzate per soddisfare una serie specifica di esigenze e sono progettate come variazioni su un numero finito di temi.

Ed ecco il nodo vero della questione, quello economico, quello della domanda-offerta. Anche su questo Scorsese ha avuto qualcosa da dire, visto che la società odierna e il mercato dell’audiovisivo sono completamente cambiati negli ultimi decenni e lui i cambiamenti li ha attraversati tutti in pieno, avendo una carriera alle spalle ormai cinquantennale.

Ora abbiamo due campi separati: c’è l’intrattenimento audiovisivo e c’è il cinema. Di tanto in tanto si sovrappongono, ma sta diventando sempre più raro. E temo che il dominio finanziario dell’uno venga utilizzato per emarginare e persino sminuire l’esistenza dell’altro. Per chi sogna di fare film o ha appena iniziato, la situazione in questo momento è brutale e inospitale per l’arte. È semplicemente una questione di domanda e offerta e di dare alla gente quello che vogliono? No, non sono d’accordo. Se alla gente viene dato un solo tipo di cosa e viene venduto all’infinito solo quel tipo, ovviamente ne vorranno sempre di più, di quell’unica cosa.

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