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Lost in Space – La Recensione in Anteprima

È difficile costruire il reboot di una serie iconica. La nuova serie Netflix Lost in Space si rivela in grado di affrontare il percorso di ricostruzione della storia e della mitologia della famiglia Robinson e dell’universo in cui si muovono i personaggi protagonisti.

Da Battlestar Galactica a Star Trek, il piccolo schermo ha regalato capolavori sci-fi di tutto rispetto, il nuovo Lost in Space fa del suo meglio nel mescolare gli elementi che rendono il genere science fiction godibile. Una premessa forte e pericolosa come quella di una terra ormai diventata inabitabile e la necessita di trovare una nuova casa, dei personaggi che nascondono un passato collegato alla premessa, nuove tecnologie futuristiche e uno scopo: in questo caso la salvezza dell’umanità.

E ironicamente nel titolo c’è LOST. Ogni personaggio ha la sua storia, che scopriamo attraverso dei flashback che in parallelo ripercorrono la storyline nel presente. Insomma, impariamo dagli sbagli del passato e guardiamo al futuro.

È uno show altamente serializzato, che evita l’elemento procedural o “il pericolo della settimana” e si concentra sulla trama orizzontale. Ha sicuramente un high concept, quindi gestire i personaggi diventa difficile ma lo show cerca di dare il giusto spazio a tutti.

Le dinamiche della famiglia Robinson sono tra le più interessanti da guardare, ma il villain della serie – interpretata da una bravissima Parker Posey – è forse il personaggio con più sfumature.

La serie è bellissima da vedere a livello estetico: i visuals sono meravigliosi e sembrano usciti da un film, così come gli effetti speciali e le scenografie del nuovo mondo.

La forza della storia sta anche nell’esplorare le difficoltà della sopravvivenza in un territorio sconosciuto. Sentirsi persi e fare affidamento sugli altri, caratteristiche tipiche di un survival drama. L’elemento è forse uno dei più interessanti di questa nuova versione.

Se inizialmente la serie sembra contenuta per quanto riguarda i personaggi – focalizzandosi sui Robinson – lo zoom poi si espande in quella che diventa una storia più corale, che si concentra su più personaggi.

Nel gestire una nuova visione della fonte originale la serie si avvicina di più alla chiave di lettura di Battlestar Galactica. La situazione in cui si ritrovano i personaggi è difficile, potenzialmente letale, ma in sottofondo c’è sempre quel pizzico di speranza che rende lo show più umano, nonostante sia ambientato in un universo sci-fi.

Lost in Space è una serie per gli amanti del genere, ma anche per chi non è particolarmente abituato a serie di fantascienza. Principalmente perché alla base della storia c’è una famiglia, ci sono delle persone, delle storie umane, un qualcosa in cui possiamo riconoscerci tutti.

Voto: 8

Lost in Space debutta venerdì 13 aprile su Netflix.

Sinossi:

Lost In Space è la rivisitazione in chiave drammatica e moderna dell’omonima serie sci-fi degli anni ‘60. Ambientata in un futuro distante trent’anni, in cui la colonizzazione dello spazio è ormai diventata realtà, la serie racconta le avventure della famiglia Robinson, scelta per iniziare una nuova vita nello spazio. Improvvisamente, i futuri coloni si ritrovano però fuori rotta nel viaggio verso la loro nuova casa e sono costretti a stringere insolite alleanze, lavorando insieme per sopravvivere in un pericoloso ambiente alieno, lontano anni luce dalla loro destinazione di partenza.

 

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