Buffy

#TotoRecensioneDalPassato – Buffy 5×16 The Body

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The Body.
Scritto da: Joss Whedon
Diretto da: Joss Whedon
“The Body” è probabilmente uno degli episodi da mostrare agli increduli quando rimarchi sull’affermazione che Buffy L’Ammazzavampiri è una delle serie migliori nella storia della televisione.

Una Sarah Michelle Gellar da Emmy ci accompagna in quello che è l’episodio che più esplora una tematica a me cara nei telefilm sovrannaturali: la morte è la morte. E mentre i demoni sovrannaturali possono essere sconfitti, quelli umani fanno molta più paura.
Buffy è una serie nata come grande metafora dei problemi della vita, dei problemi adolescenziali, dei problemi della crescita, un classico coming of age, li ha trasformati in demoni, mostri, vampiri. Per la prima vera volta nello show, in The Body, Buffy finisce per confrontarsi con un qualcosa a cui non è mai stata preparata. Un qualcosa che non può sconfiggere con un paletto o un incantesimo di Willow. LEI stessa è incredula, se ricordate in un episodio precedente “Shadow” sempre della quinta stagione, la cacciatrice pensa che sia un demone a perseguitare Joyce, mentre scopriremo che non è affatto così.
Whedon ha voluto mostrare una scena flashback come inizio per non inserire i credits nelle scene del ritrovamento di Joyce. Per non togliere l’illusione del momento reale. Del momento terribile che affligge anche noi spettatori.
L’episodio nell’ACT 1 riprende poi esattamente da dove era finito il precedente “I Was Made to Love You” (che è un po’ bistrattato, ma è uno dei miei preferiti in realtà). Buffy torna a casa per trovare il corpo – freddo – della madre sul divano.

“Mom?”


Sarah Michelle Gellar dà probabilmente la sua performance migliore qui. Sotto shock, in completo stato di “distaccamento dalla realtà,” noi siamo lei. Siamo Buffy, veniamo catapultati nella sua ansia. Il tutto rallenta, sembra che il tempo quasi si sia fermato. Sembra che non sia vero. Non sappiamo cosa fare, non sappiamo cosa fare insieme a Buffy.  Chiamare un’ambulanza. Chiamare qualcuno. Il terrore ci paralizza, ci assale, è reale.

E non c’è score. Non c’è colonna sonora. Whedon ha voluto che il momento fosse freddo, reale. Quasi concreto. È una situazione di panico – e così umana – a cui tutti possono fare riferimento.
In questo THE BODY è l’antitesi di HUSH

Mentre nel primo percepiamo suoni naturali che riusciamo a vedere da dove vengono, in Hush c’è quasi solo “score,” colonna sonora strumentale, a causa della particolarità della mancanza di dialoghi.
Nell’incredibile realismo dell’episodio c’è anche la reazione di Dawn e il contesto scolastico. Forse questo è l’episodio di Buffy più vicino ad una situazione REALE e concreta. Senza metafore.

Emma Caulfied fa un’interpretazione incredibile. Anya riflette su come la vita sia “provvisoria,” su come tutto possa finire da un momento all’altro. È la prima volta che lo fa, essendo effettivamente umana da poco.
Emma è stata grandiosa, ma la verità dietro la performance perfetta vi stupirà: doveva andare in bagno e Joss non la lasciava andare perché la scena non era finita. Quindi le lacrime e la disperazione erano vere.

Dawn’s in Danger. Must be Tuesday. Ovviamente c’è anche un minimo d’azione nell’episodio, ma non è davvero il punto focale e anzi è solo un espediente narrativo.
Come il bacio tra Willow e Tara è incredibilmente naturale, come disse Whedon, voleva che fosse un qualcosa di catartico, che non fosse il focus dell’episodio.


Il focus dell’episodio è la perdita e l’immediata reazione ad essa. Non che fosse così sconvolgente che Joyce morisse, viene anche predetto in “Restless,” la vediamo dietro un muro in costruzione. Ma Whedon è molto “onirico” in questo. Gli piace lanciare indizi nei sogni.

 

Ognuno ha una sua reazione alla morte di Joyce, Xander sfonda un muro, Willow e Tara la prendono con maggior lucidità, mentre Anya è terrorizzata dall’idea che a questo mondo siamo solo di passaggio. Spike è un grande assente (peccato, essendo lui un personaggio che con Joyce aveva avuto divertenti interazioni). Mentre Buffy è quella che viene colpita come un treno. Più di Dawn che in fondo è la più tramortita solo in apparenza.

 


Questo episodio è un turning point della serie, non solo per la morte di Joyce – che in fin dei conti non ricopriva un ruolo centrale – ma per il fatto che è una grossa sveglia, un allarme, per Buffy. Uno dei pezzettini che la portano alla spirale degenerativa che la condurrà ad isolarsi in “The Weight of the World,” ma uno dei pezzi del puzzle che inizieranno a farla crescere, a diventare un’adulta. DEVE ESSERLO ORA.
The Body è un esempio di come si fa televisione, è un pezzo d’arte: a partire dallo script, passando per le scelte stilistiche (con la colonna sonora e i credits e le inquadrature), alle performance, su tutte da lodare quella di Sarah, che qui è stata davvero derubata di un Emmy.
Uno degli episodi che Joss ha più a cuore (comprò lui stesso delle pagine di giornale per promuoverlo) e uno degli episodi più riusciti e che rappresentano la serie.

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