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#TotoRecensioneDalPassato – LOST 3×22 Through The Looking Glass part 1/3×23 Through The Looking Glass part 2

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Through The Looking Glass è senza dubbio uno dei miei season finale preferiti di sempre, non solo nella storia di LOST, ma per quanto riguarda TUTTO IL MONDO DEI TELEFILM.

Il finale di questo episodio è uno dei più grandi cliffhanger nella storia della televisione. Un grande segreto che ha cambiato lo show per sempre e l’ha smosso rispetto alla staticità dei flashback.

Fino a questo momento, infatti, LOST aveva una struttura character-centrica in relazione al passato. Ogni episodio si concentrava su un personaggio e su come le sue azioni nel presente rispecchiassero e fossero influenzate da quelle del passato.

Quando l’episodio inizia, e per tutto il corso del two-parter, pensiamo infatti che si tratti di un episodio Jack-centrico e che quello che vediamo avvenga nel passato. Scopriremo, nel grande momento finale, che non è così. Le nostre certezze cadono e ci ritroviamo di fronte a quello che è un momento da brivido come telespettatore attivo di una serie tv.

Through The Looking Glass è un riferimento al sequel di “Alice in Wonderland,” Through The Looking Glass and What Alice Found There. L’episodio in due parti è stato scritto da Damon Lindelof e Carlton Cuse.

Questo è un grande finale, perché è davvero il climax della storyline LOSTIES VS OTHERS, qui c’è Jack Vs Ben e quindi Locke, ci sono i nostri eroi contro Gli Altri, c’è il percorso dell’eroe (in questo caso Jack) che raggiunge il suo apice e viene messo in discussione quando da Man of Science Jack inizia a diventare Man of Faith.

  • Charlie e la sua GREATEST HIT.

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Abbiamo conosciuto Charlie come un personaggio codardo, sopraffatto dalle proprie emozioni e i propri istinti e raramente pronto a pensare agli altri e non a se stesso. In Greatest Hits, uno dei miei episodi preferiti dello show, tramite una forte backstory vediamo quali sono stati i suoi momenti chiave, le sue più grandi conquiste.

L’intera stagione sembra costruita come sorta di addio nei suoi confronti, Desmond ne predice la morte, cerca anche di fermarla, ma qui culmina il viaggio di Charlie che, effettivamente, muore da eroe, diventando ciò che non è mai stato, espiando le sue colpe quasi.

NOT PENNY’S BOAT è molto più di un semplice messaggio. È un riscatto.

Questo percorso, come in seguito spiegato dagli autori, è ispirato dalla missione di Han Solo su Endor ne “Il Ritorno dello Jedi”

In uno dei momenti più emozionanti di LOST, complice la meravigliosa “Life and Death” di Michael Giacchino, perdiamo un personaggio che era con noi fin dall’inizio.

  • Locke: la caduta e la rivalsa

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Locke è nella fossa con i corpi della purge, Walt gli appare e gli parla. Nel momento in cui l’uomo poteva avere una crisi di fede – fede che l’ha sempre contraddistinto dal resto dei personaggi – l’isola gli dà una risposta.

Ed è qui che il continuo scontro scienza/fede, scettico/credente, Jack/Locke raggiunge il suo momento catartico. Si arriva ad uno scontro diretto.

Forse la conclusione, la risposta a tutto questo, è sia nella fine di questo season finale sia nel momento in cui Jack leggerà la lettera di Locke sull’Ajira “I Wish you had believed me.”

  • Il triangolo

In una stagione che si è concentrata parecchio (nella prima parte) nel triangolo amoroso, qui abbiamo alcuni avanzamenti nel campo shipping.

Kate e Sawyer sono ai ferri corti. Lei ha avuto una pregnancy scare e lui non sembrava affatto felice a riguardo. Juliet bacia Jack… lasciando Kate a bocca aperta. Ma Jack risolve il tutto dicendole che la ama.

ORA, mentre io mi sono goduto le storie così come venivano presentate, e quindi ho apprezzato sia Kate con Sawyer che con Jack, credo che nonostante una forte connessione con James, Kate fosse veramente innamorata di Jack.

Ma è l’unica volta in cui un triangolo non mi ha infastidito. In cui avrei accettato entrambi i modi in cui sarebbe finita.

  • Jack e il percorso dell’eroe

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Questo è il più grande episodio Jack-centrico di sempre. Di solito gli episodi dedicati al nostro eroe mi sono sempre piaciuti, Do No Harm e All The Best Cowboys Have Daddy Issues sono tra le mie ore preferite di televisione.

Matthew Fox è Emmy-Worthy, mi dispiace che non abbia ricevuto il riconoscimento dovuto per la sua interpretazione in questi capitoli. La sofferenza, il dolore, il tormento di Future-Jack sono così chiari e palpabili.

L’uomo che ha sempre razionalizzato tutto, anche di fronte all’evidenza, l’uomo che non ha mai accettato che ci fosse un destino dietro l’essere su quell’isola, che ci fosse un disegno.

“Why do you find it so hard to believe?”

“Why do you find it so easy?”

Il difficile diventa facile. Jack diventa Locke. Jack diventa colui che crede.

  • The Rattlesnake in the Mailbox

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Gli autori di LOST hanno sempre dato un nickname alle scene chiave dei loro finali. Un codice per non far trapelare il segreto, per descrivere LA GRANDE SCENA che di solito cambia tutto. In questo season 3 finale il code-name era THE RATTLESNAKE IN THE MAILBOX.

Una delle scene più scioccanti, appaganti e life-changing (perché vuoi riprovare quel brivido) nella storia della televisione.

Noi pensiamo di trovarci di fronte ad un finale flashback.

Ed invece, ecco che arriva Kate. E il battito inizia ad accelerare.

“Che ci fa Kate lì?! Oh mio Dio, si conoscevano già? CHE COSA STA SUCCEDENDO?!”

I due iniziano a parlare. Capiamo che… ci troviamo nel futuro. Stiamo vedendo un flashforward.

Mindblow. Definizione di mind-blowing.

Questo è un tipo di brivido che ormai raramente proviamo. Se riesci ad evitare spoiler e guardi questo finale capisci cosa voglia davvero dire essere completamente dentro una serie e i suoi personaggi.

Perché quel WE HAVE TO GO BACK, diventato iconico, non è bello semplicemente per il momento drammatico, ma è bello a livello di crescita del personaggio.

Jack, che ha fatto di tutto per andarsene dall’isola, VUOLE TORNARCI. Perché?!

Ennesima dimostrazione che i misteri, i fumi neri, le botole, la DHARMA, è sempre stato tutto un contorno. IL VERO CUORE di LOST sono sempre stati i personaggi e Through The Looking Glass ne è la dimostrazione.

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